Comunità montana, il destino passa attraverso il voto

Dopo le Regionali si conoscerà il futuro dell'ente

Lunedì 29 marzo si saprà chi reggerà il Piemonte nel prossimo quinquennio: un voto da cui dipende il futuro delle nostre Comunità montane, visto che la Regione sarà l'ente su cui graverà gran parte dell'onere di finanziarle.

«Tutte le forze politiche piemontesi, a parole, hanno confermato la volontà di proseguire nell'esperienza delle Comunità montane - afferma, diplomatico, il presidente della Cm del Pinerolese Andrea Coucourde -. Ma alle parole devono seguire le risorse, necessarie per assolvere ai nostri compiti». Quelli di agenzie di sviluppo, come indica la nuova legge regionale.

«L'altro punto interrogativo è legato alla riforma degli enti locali condotta dal ministro Calderoli. Certo, non può sopprimere le Comunità. Ma può tagliare i fondi. E il collegato all'ultima Finanziaria ci penalizza ulteriormente», precisa Coucourde.

Un aspetto positivo c'è: «L'erogazione del denaro destinato dallo Stato ai Comuni montani non sarà più vincolato a meri criteri altimetrici. Inoltre, questi soldi dovrebbero transitare attraverso la Regione». Ma, Coucourde lo specifica bene, «siamo ancora nel campo delle supposizioni».

Le certezze arriveranno dopo il voto. Anzi, ci vorrà qualche settimana: i tempi tecnici per l'insediamento del nuovo Governo regionale.

La partita è squisitamente politica e si sta giocando su diversi tavoli. Uno è quello dell'Unione nazionale Comuni Comunità ed Enti montani. Ivo Negro, rappresentante di Usseaux - in quota Lega Nord - nella Cm del Pinerolese, è stato nominato in seno al Consiglio nazionale dell'Uncem.

«Dobbiamo fare i conti con un'opinione pubblica che associa le Comunità montane agli sprechi e alla presenza di una "casta" - premette Negro -. Ecco perché l'Uncem sta cercando di lasciare il ruolo di "sindacato" delle Comunità per assumere un ruolo più propositivo nei confronti del Governo. Gli enti montani devono portare in avanti una politica di sviluppo sostenibile, puntando sulla green economy e sulla produzione di energia in loco».

Solo così - sostiene Ivo Negro - si può avere più forza nella trattativa con Roma. Ma come si vive il ruolo di rappresentante del Carroccio sul territorio, quando i vertici del partito - Calderoli in primis - sembrano premere per il "taglio"? «Io concordo con la necessità di tagliare i privilegi. Nei Comuni ci sono troppi consiglieri e non tutti sono davvero informati su quel che votano: alzano solo la mano. Ma i veri sprechi sono altrove: a livello regionale e statale». Non nelle Comunità montane, insomma.

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Paola Molino