Sì Tav, no tir (ma pensiamo anche alla Torino-Pinerolo)

Difficile dar torto a chi, mentre sono iniziati i sondaggi per la Tav, chiede garanzie per il controllo del territorio, vigilando sulla tutela dell'ambiente ed il rispetto delle normative edilizie. Ma, date queste garanzie, non si può pensare di rinviare all'infinito un sì, forse anche sofferto, alla nuova linea ferroviaria Torino-Lione. Perso questo treno rischiamo addirittura l'addio al corridoio paneuropeo. Preoccupazione bipartisan. Ma anche una preoccupazione trasversale all'alta Italia. Debora Seracchiani, l'europarlamentare del Pd che nel Nord-Est ha preso più voti di Berlusconi, ne è perfettamente convinta, tant'è che ha «invitato il Governo ad una maggiore rapidità, anche per quanto riguarda la progettazione da Venezia a Trieste e verso Est», ricordando poi la scadenza del 31 gennaio, imposta dall'Unione europea, per la consegna del progetto preliminare Torino-Lione.

Che ci sia una forte opposizione della Val Susa nei confronti della Tav è risaputo, ma non può essere la Val Susa a stoppare il progetto che, come scrivono ad esempio Merlo, Lucà ed alcuni loro colleghi parlamentari, costituisce una delle «grandi infrastrutture da cui dipende il futuro del Piemonte» e non solo di una valle.

Quindi? Tutele a parte, l'opposizione alla Tav ha un po' il significato di chi vuol fermare il tempo. Di chi non si rende conto che ci sono soluzioni alternative al solo traffico su gomma. Quindi sì Tav, no tir. E il treno - in questo caso un treno superveloce - costituisce un'alternativa (dicono i tecnici, quelli veri e non gli improvvisati di turno) valida, ecologicamente meno inquinante e più sicura.

Dalla Tav ai nostri treni regionali. Oltre un anno fa "L'Eco" aveva sollecitato i sindaci di Pinerolo (Covato) e Nichelino (Catizone) a fare squadra nei confronti della Regione e delle Ferrovie. Sappiamo tutti, e l'abbiamo scritto più volte su queste colonne, lo stato in cui si trova la linea Pinerolo-Torino. Ritardi, tempi lunghi, improvvise soste fuori… orario.

Dobbiamo dunque pensare al futuro che, quando si tratta di treni, non è proprio dietro l'angolo. Da tre anni si parla di raddoppio, interramento a Nichelino. Se il treno è lumaca, altrettanto lumaca è l'iter progettuale per il raddoppio della linea. E con il raddoppio un sistema di collegamento metropolitano con Torino (riproponendo per la Val Pellice una soluzione del tram-treno prima proposta, poi scartata, poi nuovamente riproposta).

Ma quanto finora si sono "parlati" Covato e Catizone? Quanto hanno fatto squadra (perché sono i sindaci capofila della linea ferroviaria)?

È su questo tema che sarebbe opportuno un accordo bipartisan come è avvenuto per la Tav. Tav sì, d'accordo, ma pensiamo anche, più modestamente, alla Torino-Pinerolo. E chissà che in questo momento pre-elettorale, con tanti candidati del Pinerolese alle Regionali, prenda piede una soluzione definitiva per il treno veloce Pinerolo-Torino.

E domenica 24, con i tanti prim'attori (tra cui molti "convertiti" nel corso degli anni) alla manifestazione Sì Tav a Torino, mi auguro che ci sia anche qualcuno che pensi alla Pinerolo-Torino. Perché sarà pure importante andare velocemente da Torino a Lione e Parigi, ma anche nel Pinerolese vorremmo andare più rapidamente a Torino in treno. E non con i tempi di un secolo fa.

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Paola Molino