“Verrà un giorno in cui voi tutte, Nazioni del Continente, senza perdere le vostre qualità distinte e le vostre gloriose individualità, vi stringerete in un’unità superiore e costruirete la fratellanza europea. [...] Verrà un giorno in cui non esisteranno più altri campi di battaglia se non i mercati, che si apriranno al commercio, e le menti, che si apriranno alle idee”.
Victor Hugo, Les etats unis d’Europe, 1849.
L’Eco EXTRA di Aprile è tutto dedicato all’Europa. L’appuntamento per l’elezione del Parlamento europeo è a giugno, ma abbiamo voluto anticipare l’argomento adesso, quando ancora le campagne elettorali sono all’inizio per poterci prendere del tempo a raccontare che processo straordinario sia stato la nascita dell’Unione Europea e come la nostra vita di comuni cittadini sia oggi fortemente condizionata dall’essere cittadini europei.
La libertà di movimento, la moneta unica, la libertà di scambi commerciali. E poi la tutela dei nostri diritti: come elettori, come consumatori, come pazienti che possono usufruire del diritto alla salute.
Cose che diamo spesso per scontate e che quando sentiamo parlare di Europa ci dimentichiamo.
Nella narrazione dell’Unione europea infatti convivono sue visioni antitetiche e contrastanti: da una lato un’Europa romanticizzata, un’Europa dei popoli dove non esiste in conflitto, né la critica, e dall’altro l’Europa tecnocrate che mette lacci e lacciuoli all’economia degliStati membri, soggiogata dai poteri forti.
L’ambizione di questo numero di Extra è di rimettere al centro il progetto europeo come un progetto ancora incompiuto, costruito per gradi, perfettibile, ma ormai irrinunciabile e necessario alla crescita e al benessere dei cittadini che oggi, non possono non dirsi europei. Come sostiene il politologo Gianluca Passarelli e l’esperto eurpeista Franco Chittolina.
E dunque questo numero si apre con la rubrica “La parola del mese” affidata a Matteo Salvai, pinerolese, capo settore stampa e social media alla Commissione Europea, dove si occupa di comunicare i fondi europei nelle varie regioni d'Europa. È lui a raccontarsi nel video che ci ha inviato da Bruxelles per spiegare come è nato il suo interesse per l'Europa e quanto sia un'entità presente sui territorio e tra le comunità, al contrario di quanto molti pensino.
E così raccontiamo l’Europa cercando di capovolgere lo sguardo, spiegando i meccanismi che ci sono nelle politiche di coesione che rappresentano un terzo del bilancio dell’Unione europea, andando a vedere come sono stati impiegati in questi anni nei nostri territori, secondo quali criteri, con quali criticità.
Poi abbiano dato spazio e voce ai giovani: chiedendo a coloro che hanno appena compiuto 18 anni che idea di Europa si sono fatti, con quali aspettative e con quali sentimenti andranno a votare per il Parlamento europeo per la prima volta.
Ci siamo occupati anche degli uffici che l’Europa ha in Italia e di come si è strutturata per raggiungere i cittadini e dare le informazioni su moltissime delle possibilità che offre ai cittadini: dagli scambi culturali alle esperienze professionali all’estero.
E poi spazio anche alla cultura come ponte e amalgama tra gli stati membri e le sfide del futuro che sono già cominciate, come quella per l’indipendenza dall’energia fossile.
Perché parlare di Europa oggi significa soprattutto parlare del nostro futuro. Che è già iniziato.
Paola Molino