Quasi ogni paesetto del Piemonte vanta la sua “amante del re”… il problema è saper “di quale”. Alcuni sostengono che Vittorio Emanuele II avesse una garçonniere in una delle torrette del parco del castello di Envie, ma non è così: quella era stata approntata per l'Azeglio. Altre volte, si sente dire che sempre questo re avesse avuto un'amante a Barge, ma anche in tal caso si tratta di un errore: in quel paese, si era ritirata a vivere un'amante del padre, Carlo Alberto, che quel re stesso aveva ordinato a un maggiorente bargese di sposare.

Un canto per esprimere tutta la riconoscenza di un popolo. È quello scritto in seguito alla morte del primo ministro e che fa parte della tradizione dei canti corali valdesi. Il testo, pubblicato in F. Ghisi, "Complaintes e canzoni storiche" (XJI‑XIX sec.), Torre Pellice, Società di studi valdesi, 1974, ha i connotati di riconoscimento e di riaffermazione della propria identità confessionale.
Così fa la prima strofa, in francese:

Edizione 9 del 02/03/2011

I numeri

• Le ferrovie nell'Italia da unire: il primo tratto collegava Napoli con Portici nel 1839, 7.411 metri dalla capitale del Regno delle Due Sicilie alle ville dei Borboni in periferia. Nel 1840 i km erano 20, 81 nel 1843, 152 nel 1845, 620 nel 1850, 1.000 nel 1854 e 2.772 nel 1861, Cavour scrisse nel 1846 un trattato in francese sulla necessità di realizzare nel Regno di Sardegna un'efficiente rete ferroviaria. Nei vari Stati italiani lo scarto dei binari era diverso e i tracciati erano interni e non andavano oltre i confini.

Il 1848, l’anno della "primavera dei popoli", ebbe anche nel Regno di Sardegna (Savoia, Piemonte, Liguria, il Nizzardo e la Sardegna) i suoi riverberi benefici. L’impulso al cambiamento e l’incentivo alla partecipazione dei sudditi alla vita del regno avvenne con la concessione dello Statuto albertino il 4 marzo, anticipato il 17 febbraio dalle "Lettere patenti" che estendevano a tutti i sudditi di religione valdese ed ebraica i diritti politici e civili.

Edizione 9 del 02/03/2011

Le date

1848, Lettere patenti e Statuto
Il 17 febbraio Carlo Alberto promulga le "Lettere patenti" che concedono le libertà religiose e civili ai sudditi di religione ebraica e valdese. Da Torino giunge in Val Pellice un corriere a cavallo ad annunciare l'attesa notizia. Il 4 marzo il re vara lo Statuto Albertino che resterà in vigore fino al 31 dicembre 1947. Fortemente innovativo rispetto ai tempi, lo Statuto non superava i limiti del più cauto liberalismo moderato, riservando al sovrano poteri molto ampi, assegnando solo in parte il potere legislativo ad una Camera elettiva per censo.

Camillo Benso conte di Cavour il 15 maggio 1837 esprime l’intenzione di passare l’estate a Mentoulles con il fratello e amici, per godere della frescura delle montagne, chiedendo altresì di affittare dei pascoli per il bestiame. In tal caso «saremo molto contenti di stare in vostra compagnia per qualche mese, alloggiando in casa vostra». L’anno seguente, il 20 aprile 1838, scrive che vuole tornare per trascorrere due mesi affittando di nuovo il pascolo: forse l’Alpe Clot. Le lettere spiegano l’intimità del legame che lo univa al suo precettore, l’abate Giovanni Frézet di Mentoulles.