Politica, Ruffino (Azione): «Ora serve un Terzo Polo moderato», ma c'è incognita raccolta firme.

Politica, Ruffino (Azione): «Ora serve un Terzo Polo moderato», ma c'è incognita raccolta firme.
Lunedì 8 Agosto 2022 - 10:28

«Calenda è stato coraggioso e coerente». Così la deputata di Azione Daniela Ruffino commenta la scelta di Azione di abbandonare l'alleanza con il Partito Democratico siglata giusto una settimana fa. «Si era creata una compagine affollata e caotica, da Fratoianni a Bonelli passando per Di Maio. Il programma di Azione in diretta continuità con l'Agenda Draghi non poteva stare dentro a tutto questo. Decisione giusta, Calenda ci ha consultato e ascoltato». Ora la strada da intraprendere per Ruffino è solo una: «Serve un Terzo Polo, moderato e centrista». Con Renzi? «Questione di poche ore e decideremo». Ora che l'accordo con il Pd è stato strappato la Ruffino (ex Forza Italia) potrà candidarsi nei collegi uninominali, «Per la Camera sono pronta a correre per il mio collegio, quello di Pinerolo (ora accorpato a Moncalieri),  ma ho lavorato tanto anche in altri territorio, farò ciò che è utile per il partito». 

Per Azione però la strada in vista delle elezioni del 25 settembre potrebbe farsi improvvisamente in ripida salita. L'altra metà della federazione, +Europa di Bonino e Della Vedova, ha deciso di rimanere nella colazione di centro sinistra a guida democratica. +Europa aveva di fatto imprestato il proprio simbolo parlamentare ad Azione per evitare la difficile raccolta firme destinata a quelle forze che non hanno rappresentanza parlamentare. Ora che c'è stato il divorzio, Azione (che non ha rappresentanti diretti in Parlamento) dovrebbe in tempo record raccogliere 750 firme in ogni collegio elettorale per presentarsi alle elezioni e mettere il proprio simbolo sulla scheda elettorale. Il condizionale però è d'obbligo, perché in aiuto di Calenda potrebbero arrivare alcune interpretazioni della norma. 

La prima, più azzardata: Azione nasce da Siamo europei che partecipò nel contrassegno con il Pd, grazie al quale Calenda fu eletto in Europa a Strasburgo. Il contrassegno di Siamo europei è però stato depositato dal Pd, che è di fatto "proprietario" del simbolo con il suo statuto, e per questo potrebbe arrivare il veto e rendere non valido il lasciapassare a Calenda. 

La seconda: fare l'alleanza con Italia Viva di Renzi, che ha invece la deroga alla raccolta firme. Su questo punto Renzi ambisce a fare un listone unico con Azione e non una coalizione; le colazioni hanno infatti la soglia di sbarramento fissata al 10 per cento, e al loto interno le liste singole devono superare la soglia del 3 per cento per avere dei rappresentanti propri; nel caso di una lista in coalizione che prende dall'1 al 3 per cento i voti vanno spartiti agli alleati che invece la soglia del 3 l'hanno superata (ed è proprio questo il timore di Renzi, ovvero un'Italia viva sotto il 3 che regala i voti all'alleata Azione, da qui la volontà di fare un listone unico). 

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Paola Molino