I gatti soffrono di solitudine?

I gatti soffrono di solitudine?
Lunedì 13 Settembre 2021 - 10:59

Il pensiero comune è che i gatti non soffrano di solitudine e che possano essere lasciati soli in casa per giorni, se non addirittura settimane. Ma è davvero così? Dipende dalle situazioni. Alcuni gatti, infatti, possono soffrire di più la solitudine rispetto ad altri e “lasciare indizi” di questo loro disagio in casa. Su Holidog.com puoi approfondire l’argomento e trovare un Cat sitter per il tuo gatto nella tua città.

Come capirlo

Quando torniamo a casa al termine di una giornata di lavoro, dopo aver lasciato solo il nostro gatto per molte ore, possiamo notare dei comportamenti che dovrebbero metterci in allarme. I gatti manifestano i loro sentimenti verso gli umani con atteggiamenti che non sempre siamo in grado di capire, ma che sono stati oggetto di studi negli ultimi anni. A volte si tratta di gesti dispettosi nei confronti del padrone, quasi a volerlo ammonire per averlo lasciato solo troppo tempo. Nei casi più comuni, i gatti possono fare i bisogni fuori dalla lettiera o rovinare e rompere soprammobili.

In alcuni casi, però, i comportamenti da indagare non risiedono nei gesti e nelle azioni del gatto, ma nei suoi atteggiamenti. Se non ci degna di uno sguardo e non risponde alle nostre attenzioni, standosene rannicchiato in un angolo anche quando torniamo dopo diverse ore, questo può essere interpretato come un segnale di depressione dovuta alla solitudine.

Anche l’aggressività può essere un segnale dello stesso problema; il gatto può graffiarci o mettersi sulla difensiva se cerchiamo di avvicinarci. In qualsiasi caso, questi segnali vanno presi seriamente in considerazione e non possono essere ignorati.

Come risolvere

Spesso il problema risiede nel modo in cui il gatto si abitua a stare solo. Si tratta, infatti, di un percorso che andrebbe fatto per gradi. Se il nostro felino domestico è ancora molto piccolo, allora è possibile abituarlo sin da subito a stare da solo per parecchie ore al giorno. Al contrario, se lo abbiamo preso quando già aveva diversi anni, fare in questo modo potrebbe rappresentare un rischio.

Compatibilmente con i nostri impegni, si dovrebbe cominciare lasciando il gatto solo per qualche ora in solitudine per poi procedere aumentando il lasso di tempo in cui gli si concede indipendenza. Per fare un esempio, è possibile cominciare con mezza giornata per poi estenderla gradualmente alle classiche otto ore lavorative.

È allo stesso modo importante, nelle ore in cui siamo in casa, trascorrere del tempo con lui, magari giocandoci o accettando le sue fusa.

E se questo non è possibile?

Questo consiglio, naturalmente, deve tener conto degli orari e degli obblighi lavorativi che ognuno di noi è chiamato a rispettare. Ecco perché, in molti casi, ci si può affidare a delle persone esterne che svolgono il ruolo di Cat sitter. Si occupano di tutti bisogni del gatto quando non siamo in casa, e possono fargli compagnia per un’oretta, magari in mezzo alla giornata, facendogli sentire meno la solitudine. Questa può essere un’ottima soluzione temporanea nell’attesa che il gatto si abitui a stare solo.

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