Villar Perosa: prosegue lo sciopero alla Primotecs per riaprire il tavolo sui tagli al costo del personale

Villar Perosa: prosegue lo sciopero alla Primotecs per riaprire il tavolo sui tagli al costo del personale
Giovedì 5 Novembre 2020 - 17:22

Prosegue con un'alta partecipazione lo sciopero indetto oggi dalle Rsu e dai lavoratori della Primotecs di Villar Perosa dopo la disdetta da parte dell'azienda della contrattazione di secondo livello eccedente il contratto nazionale. «Vedremo come procederà lo sciopero di domani con le ulteriori 4 ore - commentano le Rsu Mimmo Durante della Fiom, Sergio Palmero della Fim Fabrizio Beltramo del Fali - l'obiettivo è riuscire a riaprire il tavolo con l'azienda».

 

Al picchetto di oggi fuori dall'entrata principale dello stabilimento villarese, c'erano anche i dipendenti rappresentanti dell'Alp-Cub, il sindacato di base con un buon seguito in stabilimento, riconosciuto come Rsa in seguito a una sentenza del 2015: «La nostra indicazione era stata votare no al referendum. Non è giusto che la nuova proprietà penalizzi i salari dei lavoratori per generare risparmi immediati e rendere l'azienda più appedibile, senza investire di suo».

 

Dello stesso tenore le preoccupazioni espressa delle Rsu, che concordano sull'analisi della situazione e sul fatto che sarà comunque una dura trattativa: «Tagliare i costi del personale in modo definitivo come è avvenuto per diverse voci, tra cui l'annullamento del premio, fa pensare a tagli strutturali e non temporanei per far fronte al momento di crisi. E in cambio non ci sono investimenti in nuove linee o asset che possano far ben sperare per uno sviluppo futuro. Invece da parte loro fino a oggi i lavoratori hanno sempre fatto la loro parte. Penalizzare ulteriormente i loro stipendi, tanto più in questo momento di particolare difficoltà con tante casse integrazioni, non è accettabile. E va anche detto che 9,5 milioni di euro di fatturato nell'ultimo mese non sono pochi per l'azienda, visto che l'obiettivo è di fatturarne 100 in un anno».

 

Al referendum di stabilimento, giovedì scorso, il no alla bozza di accordo era passato per soli 22 voti, dividento praticamente a metà i lavoratori, considerando però anche numerose astensioni. A quel voto era seguita la disdetta unilaterale dell'azienda che straccia la bozza di accordo respinta dall'assemblea dei lavoraotori, che prevedeva una mediazione sui principali tagli, e decurta in modo drastico soprattutto premi di anzianità e maggiorazioni del lavoro notturno.

l.p.
Foto: Marco Gallian
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Paola Molino