Omicidio di Barge: Bianco condannato all'ergastolo

Omicidio di Barge: Bianco condannato all'ergastolo
Mercoledì 16 Settembre 2020 - 15:38

Ergastolo: così ha deciso questa mattina la giudice del Tribunale di Cuneo Sabrina Nocente chiudendo, quanto meno in primo grado, il processo in rito abbreviato a carico di Daniele Ermanno Bianco, il 41enne reo confesso dell'omicidio della sua compaesana, Anna Piccato. Un omicidio brutale, consumato all'alba del 23 gennaio 2019, in pieno centro di Barge.

Il corpo della povera “Anita” (così la pensionata 70enne era da tutti conosciuta) venne trovato nei giardini adiacenti alla chiesa di S. Rocco, poche decine di metri da casa sua. Una sentenza, quella di questa mattina, di cui avremo le motivazioni ta 90 giorni, ma che certo non è arrivata inaspettata. Bianco d'altra parte aveva confessato il delitto, anche se non ne aveva mai chiarito le motivazioni. Secondo il pm Alberto Braghin (che, col procuratore capo di Cuneo Onelio Dodero, aveva condotto le indagini chiudendole in tempi record) e il legale di parte civile Francesco Bosco (che assiste il marito della vittima e le due nipoti) il movente potrebbe essere da ricercare in una richiesta di denaro fatta da Bianco alla signora Piccato, nota in paese come persona di grande generosità e umanità, sempre pronta a spendersi per gli altri. La donna potrebbe però avergli negato il denaro (che secondo l'avv. Bosco forse gli sarebbe servito per andare in Perù con la compagna), scatendando così la furia omicida.

Bosco: «Quella di Bianco è stata una confessione parziale: non ha mai chiarito il movente e mai fatto ritrovare l'arma». Una chiave inglese con cui ha sferrato violentissimi colpi (7-8 secondo la perizia autoptica del medico legale Roberto Testi) al capo della donna. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l'uomo, intorno alle 6,30 del 23 gennaio dell'anno scorso, avrebbe stordito Anna Piccato e poi l'avrebbe trascinata per una cinquantina di metri, fin nei pressi della Chiesa di S. Rocco, dove l'avrebbe finita con una brutalità davvero spaventosa. I vicini delle case adiacenti i giardini, hanno infatti testimoniato di aver sentito urla maschili e femminili, come di un violento alterco, poi dei gemiti e perfino colpi sordi. Nessuno però si è affacciato per vedere cosa stesse succedendo a due passi dalle loro case.

La novità di questa mattina è stata che Bianco, per la prima volta, ha chiesto scusa del suo gesto ai parenti. Un gesto criminale che il suo difensore, l'avv. Davide Ambrassa, non si spiega, tanto da aver chiesto (ed ottenuto) la perizia psichiatrica che però ha dichiarato Bianco "sano di mente" e "in grado di stare in giudizio". Oggi Ambrassa ha pure tentato (ma invano) di far cadere le aggravanti e ottenere le attenuanti generiche, che avrebbero permesso a Bianco di evitare la massima pena. Richieste però respinte dal gup. Dopo le discussioni delle parti e una brevissima Camera di Consiglio, intorno a mezzogiorno è arrivta la sentenza. Ergastolo e una provvisionale di 200 mila euro al marito e 50mila a ciascuna delle due nipoti (oltre al pagamento delle spese legali).

Nella foto di Tevino, il luogo del ritrovamento delcorpo della singora Piccato, nei pressi della Chiesa di S. Rocco e gli inquirenti al lavoro.

Lucia Sorbino
Informazione al servizio della comunità e per essere comunità, da sempre questo è lo stile inconfondibile de L'Eco del Chisone: con l'emergenza Coronavirus, ora più che mai, lo sentiamo come un dovere non solo nei confronti dei nostri lettori, ma di tutti i cittadini. Perché solo insieme ce la faremo.
Paola Molino