Sorveglianza speciale: decisione rinviata al 25 marzo per i cinque “foreign fighters” che hanno combattuto contro l'Isis

Sorveglianza speciale: decisione rinviata al 25 marzo per i cinque “foreign fighters” che hanno combattuto contro l'Isis
Giovedì 24 Gennaio 2019 - 15:31

Si è tenuta ieri mattina l'udienza davanti ai giudici del Tribunale di sorveglianza di Torino per i cinque antagonisti finiti sotto l'osservazione della Procura della Repubblica dopo essere tornati dalla Siria, dove sono stati come “foreign fighters” contro lo Stato Islamico. Il pubblico ministero Manuela Pedrotta ha chiesto la sorveglianza speciale per il rivaltese Jacopo Bindi così come per Paolo Andolina, Davide Grasso, Fabrizio Maniero e Maria Edgarda Marcucci: avrebbero dato supporto militare e civile alle milizie curde delle Ygp  (Unità di protezione popolare) e delle Ypj (Unità di protezione delle donne) e sono, secondo la Procura, “socialmente pericolosi”, perciò è stato chiesto il loro allontanamento da Torino per due anni.

 

Abbiamo raccontato la storia di Bindi, dottore in Fisica e militante del centro sociale “Askatasuna”, su L'Eco del Chisone e L'Eco mese.

 

La decisione sul loro conto è stata però rinviata dal Tribunale di sorveglianza al prossimo 25 marzo, giorno nel quale è stata fissata un'altra udienza, all'interno di un procedimento cautelativo particolare: non è un'accusa di reato per i cinque laddove la sorveglianza speciale sarebbe una misura solamente preventiva. "Noi stiamo con chi combatte l'Isis. Forza Ypg/Jpj”. Così è stato scritto sullo striscione che ha accompagnato il presidio di solidarietà, addobbato con i colori dei vessilli delle milizie curde, che si è tenuto fuori dal Palazzo di giustizia in contemporanea con lo svolgimento dell'udienza.

 

Sabato scorso si è inoltre tenuto anche un corteo nel centro di Torino, al quale hanno partecipato anche delegazioni della sinistra pinerolese, oltre che il comitato No Tav di Rivalta.

Simone Rubino
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