Pinerolo: parco giochi chiuso, prima devono fare… i fieni

«L'hanno realizzato l'anno scorso, ma è ridotto ad una savana al punto che non riusciamo più… a trovare i nostri figli».
I "cittadini delle Macine", così si firmano nella e-mail con foto inviata al giornale, non lesinano critiche al parco giochi di via Vecchia di Buriasco dove, a parte gli attrezzi, tutto il resto, scrivono, «fa pena». Citano un prato ripetutamente riseminato, gli alberi già sostituiti che continuano a seccare e si chiedono infine chi debbano ringraziare per tanto sfacelo.
«Hanno ragione - spiega Buttiero - ma l'area, realizzata a scomputo degli oneri di urbanizzazione dalla cooperativa che ha costruito l'adiacente condominio, non è ancora stata presa in carico dal Comune».
L'assessore, per la verità, si era rifiutato di accollarsela mesi addietro, avendo molto da eccepire sulla qualità dei lavori, ma poi l'impresa, precisa «ha rimediato». Tuttora manca «la perizia del collaudatore incaricato dal Municipio e dunque chiedo un po' di pazienza. Supereremo l'impasse anche se ammetto che ogni nuova acquisizione, con i tempi che corrono, aggrava l'esposizione economica dell'Amministrazione». Un nuovo parco da gestire significa affidare lo sfalcio periodico dell'erba, «appesantendo un bilancio strozzato dal demenziale Patto di stabilità che, in pratica, ci commissaria». Approffitta di via Vecchia per entrare in argomento. «Pinerolo (ma vale per tutti), pur disponendo dei quattrini non li può spendere. Abbiamo esaurito il bonus imposto dallo Stato (2,2 milioni) e dunque i 700mila che dobbiamo ad imprese e fornitori, non potendo attingerli dai mutui o dagli introiti tributari, vanno giocoforza congelati in attesa di entrate diverse».
Buttiero, scherza, chiederà alla Cooperativa, tutt'ora titolare del parco, di "fare i fieni" per poi consegnarlo "tagliato" alla città perché «non potremmo permetterci di pagare lo sfalcio extra». Il famigerato Patto costringe gli Uffici pubblici ad esercizi di alta acrobazia contabile «che frenano ogni programmazione e tagliano le gambe a chi lavora. Altro che creare sviluppo!». Mentre i creditori fanno la fila, la Giunta confida nella Regione, da tempo debitrice di 1,4 milioni stanziati per il teatro Sociale. Si tratta di un contributo e dunque sarebbe spendibile. Ma c'è un problema: il Patto vale anche per piazza Castello.   

Informazione al servizio della comunità e per essere comunità, da sempre questo è lo stile inconfondibile de L'Eco del Chisone: con l'emergenza Coronavirus, ora più che mai, lo sentiamo come un dovere non solo nei confronti dei nostri lettori, ma di tutti i cittadini. Perché solo insieme ce la faremo.
Paola Molino