Omaggio alla Liberazione, in tedesco

I giardini dell'ex-seggiovia intitolati ai martiri della Rosa bianca
Mörfelden-Walldorf e Torre Pellice: «Insieme contro i nuovi razzismi»

TORRE PELLICE - Il 25 aprile, a Torre Pellice, l'orazione ufficiale sarà in tedesco. Non è frequente, affatto. E qualche anziano rivivrà i momenti terribili antecedenti alla Liberazione, quando quella lingua era legata all'oppressione.

L'iniziativa di Torre Pellice - che ha invitato i "gemelli" di Mörfelden-Walldorf alle celebrazioni del 65º della fine della guerra - è di grande civiltà. Perché la Liberazione ha riguardato entrambi i popoli, italiano e tedesco. E anche in Germania c'è chi ha sacrificato la vita per la giusta causa.

Ad esempio i martiri della "Rosa bianca": un gruppo di studenti di Monaco di Baviera che - tra il 1942 e il 1943 - si opposero al regime hitleriano e furono per questo arrestati e barbaramente uccisi. A loro, significativamente, saranno dedicati i nuovi giardini realizzati nel piazzale antistante l'ex-seggiovia del Vandalino, dov'è stato collocato uno dei simboli della lotta partigiana di Torre: il monumento di Rio Cros.

«Per la città di Mörfelden-Walldorf e per me come sindaco, quest'invito è un grande onore - afferma Heinz-Peter Becker -. L'intitolazione di un luogo ad un movimento di resistenza tedesco costituisce un grande gesto di amicizia nei nostri confronti, di cui sono grato a tutta la città di Torre Pellice e al suo sindaco Claudio Bertalot».

Bertalot, dal canto suo, racconta come l'idea sia nata discorrendo con l'assessore Renzo Tibaldo, che è il presidente del Comitato Resistenza della Val Pellice: «Volevamo dare un segnale forte. Perché in Europa stanno tornando ad avere successo, anche elettorale, gruppi razzisti e xenofobi».

Ma chi erano i fratelli Hans e Sophie Scholl, Christoph Probst, Alexander Schmorell e Willi Graf - tutti poco più ventenni - che, insieme al prof. Kurt Huber, sono passati alla storia come il gruppo della "Rosa bianca"? Erano studenti di formazione cristiana che non accettavano la prevaricazione e la violenza come strumenti di affermazione di una nazione: nella Germania dell'estate 1942, quando il nazismo era ancora saldamente al potere e l'esito della guerra incerto, ebbero il coraggio di pronunciare il proprio "no" attraverso la diffusione di volantini ciclostilati. Alcuni furono spediti a indirizzi scelti a caso negli elenchi del telefono, altri furono lasciati nel locali pubblici o alle fermate degli autobus. Ancora il 18 febbraio 1943 riuscirono a diffondere 1.500 opuscoli anti-hitleriani all'università. Ma furono scoperti, sottoposti a sevizie, processati e condannati a morte per decapitazione.

La cerimonia d'intitolazione dei giardini ai "Martiri della Rosa bianca" si svolgerà sabato 24, alle 16, nell'area antistante l'ex-seggiovia. Interverrà anche un rappresentante delle associazioni Anei e Aned, oltre alla Banda musicale.

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Paola Molino