Ex-Filatura Bassotto: chiesto il rinvio a giudizio

BIBIANA - Andranno a processo i due titolari dell'ex-Filatura Bassotto, Giuseppe e Mario Luigi. Almeno questo è quanto chiesto la scorsa settimana dal procuratore Giuseppe Amato che a fine febbraio aveva concluso le indagini relative alla presunta pericolosità dell'amianto contenuto nel tetto del grande capannone-magazzino della ditta, andata a fuoco il 17 marzo '98. Da allora nessuna bonifica del sito è mai stata eseguita e il "degrado avanzato" dell'immobile (evidenziato pure dalle indagini dell'Asl e dell'Arpa ed oggetto di una protesta sottoscritta da 246 persone) ha progressivamente acuito la situazione di pericolo. Per questo Amato aveva iscritto sul registro degli indagati i due fratelli Bassotto ed ora ha chiesto al giudice che vengano processati per "cooperazione in disastro colposo", per non aver provveduto alla bonifica e rimozione delle coperture in eternit.

Attendiamo che il gup fissi la data dell'udienza preliminare.

Intanto l'avv. Pier Claudio Costanzo, legale del maggiore dei due fratelli, l'ottantenne Giuseppe Bassotto, avverte: «Le risultanze attuali appaiono del tutto sommarie e, ove sussistenti nei termini ora contestati, inspiegabilmente ignorate dagli enti pubblici per la parte di loro doveroso intervento nell'opera di bonifica. Vale a dire, Vigili del fuoco, Asl e soprattutto Comune, che nel frattempo ha pure rilasciato un permesso per costruire una palazzina di quattro alloggi a meno di cinque metri dal confine dello stabilimento».

Parimenti inspiegabile, a detta del difensore, che «una situazione di così palese coinvolgimento non sia stata rilevata dalla Procura».

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Paola Molino