IN 4 DAL PINEROLESE A VANCOUVER PER LE PARALIMPIADI

Un trio nello sledge hockey, più Spelorzi nel curling: i valori di una partecipazione
Vancouver 2010 accoglie il carismatico Andrea Chiarotti, torrese, il piossaschese Corvino e il pinerolese d'adozione Araudo

«Emozione? A dire il vero no. Ma di certo mi prenderà alla gola il giorno della cerimonia inaugurale». Andrea "Ciaz" Chiarotti, torrese doc, capitano della Nazionale italiana di sledge hockey, ha già vissuto certe atmosfere. Lui c’era, quattro anni fa, quando la squadra azzurra fu protagonista - per la prima volta nella sua storia - delle Paralimpiadi di Torino 2006.

«Pensavo che l’esperienza olimpica sarebbe stata unica e irripetibile. Invece, poco alla volta, è cresciuta in tutti noi la voglia di provarci. E, di conseguenza, la consapevolezza di poterci riuscire». Ed eccolì lì, i ragazzi dello sledge, sul volo per Vancouver, attesi da un calendario non facile ma pieni di entusiasmo (comune all'amico e vicino di casa del curling Emanuele Spelorzi). «Siamo in Canada per giocarcela. Non solo per far figura, non solo come testimonianza - sprona i suoi Chiarotti -. Ma come una squadra composta da sportivi che hanno voglia di podio».

In questo splendido gruppo, "Ciaz" non è l'unico atleta di casa nostra. Valerio Corvino è di Piossasco ed è uno dei nuovi punti di forza: «Dopo aver disputato Europei e Mondiali, questo è il massimo traguardo che uno sportivo possa raggiungere. Non mi sembra vero: sto lavorando da tre anni e quasi mi dispiace di essere alla vigilia dei Giochi. Tra 15 giorni sarà tutto finito».

Valerio pensa al figlio Gabriele, di 5 anni: «Ho fatto tutto questo per me e per lui». Un patrimonio di ricordi da costruire insieme. Corvino sarà il centro della seconda linea, quella deputata a non subire reti: «Sì, gli allenatori Massimo Da Rin e Angelo Segata (vecchie conoscenze dell'hockey a Torre Pellice, ndr) ci hanno assegnato compiti difensivi. Ma chissà che non possa trovare un gol, come qualche settimana fa, contro la Repubblica Ceca, su assist di Chiarotti».

L'ultimo arrivato, nel gruppo azzurro, è un ragazzo di 36 anni che fino al 2008 abitava a Nichelino e che da sempre frequenta - d'estate - Fenestrelle e Mentoulles: è Gabriele Araudo, che si giocherà il posto di portiere con Santino Stillitano. «È incredibile. Quattro anni fa fui ospite a Sestriere, nel villaggio olimpico, della squadra iraniana. Mai avrei pensato, oggi, di risiedervi come atleta». Merito del padre: «È stato lui, volontario agli Europei di sledge hockey disputati a Pinerolo nel 2007, a chiedere informazioni su come avvicinarsi a questa disciplina. Io non praticavo sport dal 1987, l'anno in cui ho perso l'uso delle gambe per un virus al midollo spinale».

Gabriele, che da ragazzo faceva il portiere di calcio a livello amatoriale, ha ritrovato stimoli e ruolo d'elezione. Difenderà la porta più importante, quella della sua Nazionale: «Siamo un gruppo bellissimo. Sarà la nostra arma in più, contro i mostri sacri canadesi».

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Paola Molino