Legambiente attacca su ponti e strade

Circolo Val Pellice, rapporto 2009

VAL PELLICE - «Che fine ha fatto il progetto di massima presentato dalla Provincia di Torino per la costruzione di un ponte che sostituisca quello della Bertenga e risolva l'annoso problema dell'isolamento dell'inverso di Torre Pellice in caso di alluvioni?». La domanda giunge dal Circolo Legambiente della Val Pellice che, quando la Provincia presentò la soluzione ipotizzata (un ponte a metà strada tra Rio Cros e i Chabriols), si oppose fermamente, come buona parte dei residenti interessati. «Avrebbe allontanato in modo inaccettabile il collegamento tra la comunità dell'Inverso e il resto della cittadinanza di Torre», precisa Legambiente. Che aggiunge: «Si è avanzata richiesta di mantenere la localizzazione del nuovo ponte nell'attuale posizione. La Provincia si è informalmente impegnata a predisporre uno studio di fattibilità con ipotesi di spesa, ma tutto tace. Sarà la prossima alluvione a ridestare interesse?».

L'interrogativo, provocatorio, è contenuto nel Rapporto annuale 2009 del Circolo Legambiente della Val Pellice. E non si tratta dell'unico affondo degli ambientalisti. Sulla strada delle cave e sull'«indecente» situazione di stallo, si afferma: «È troppo facile dire: l'avevamo previsto. Purtroppo era evidente fin dall'inizio (appena ci è stato possibile vedere il progetto) la mancanza di approfondimento progettuale e l'indisponibilità ad apportare modifiche al progetto preliminare».

Legambiente sottolinea come «tuttora rimangano insoluti molti aspetti, fra cui la localizzazione del peso pubblico e del chiosco. Siamo certi che l'ostinazione del Comune di Lusernetta di volerli sul proprio territorio non possa ulteriormente peggiorare lo scempio e sia la migliore soluzione? La zona artigianale di Bibiana, in prossimità del ponte sul Pellice, non potrebbe forse presentare la soluzione più logica (…) per l'armonica gestione del territorio?».

Legambiente lamenta di essere stata esclusa dal dialogo, accusando la nuova Giunta provinciale di aver «dimenticato gli impegni di una costante consultazione attraverso un tavolo tecnico».

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Paola Molino