Polpette avvelenate contro i lupi a Roure, pericolo anche per il territorio di Perrero

23/01/2019 - 09:41

L'Istituto Zooprofilattico di Torino ha confermato che erano polpette avvelenate, quelle trovate la settimana scorsa a Roure, nella zona fra il Serre di Bourcet e l’Alpe Chaullieres, non molto lontano dalla bergeria ma in un'area abbastanza isolata da far pernsare a esche per uccidere i lupi. L'unica vittima accertata, invece, è stato un cane impegnato in una sgambata al guinzaglio del padrone.

 

 

LE ORDINANZE

Su suggerimento del servizio venerinario dell'Asl TO3, il sindaco di Roure ha già emesso un'ordinanza per raccomandare di sorvegliare molto bene i cani, soprattutto in quella zona, e di segnalare la presenza di altre sospette esche avvelenate, come quelle giè rinvenute dalle unità cinofile dei Carabinieri forestali e della Città metropolitana di Torino. Un'ordinanza analoga potrebbe essere emanata in questi giorni anche dal sindaco di Perrero, il cui territorio è confinante. Intanto proseguono le indagini per trovare gli autori di queste azioni criminali e pericolose non solo per gli animali domestici e selvatici, alcuni particolarmente protetti - come il lupo - da leggi nazionali e internazionali, ma anche potenzialmente per le persone, vista l'accessibilità delle zone. Approfondimento su "L'Eco del Chisone" in edicola oggi, mercoledì 23 gennaio, disponibile anche nella versione digitale.

 

LE UNITÀ CINOFILE

Proprio lo scorso 14 novembre la Città metropolitana di Torino ha sovolto in alcune aree verdi del capoluogo un’esercitazione dell’unità cinofila antiveleno del Servizio Tutela Fauna e Flora, messa in campo a seguito delle segnalazioni di “polpette avvelenate” contro animali sgraditi ad alcune persone, giunte alla Polizia Municipale. L’unità cinofila antiveleno è composta dall’istruttore direttivo di vigilanza Carlo Geymonat e dal cane pastore australiano Myrtille (nella foto e nel video), di cui Geymonat è conduttore e proprietario. 

 

 

LA PRESENZA DEL LUPO

Il lupo, animale protetto, si è molto diffuso negli ultimi anni sulle montagne piemontesi, dove - secondo i ricercatori del progetto Life WolfsAlps, autori di dettagliati censimenti - si incomincia a notare per la prima volta un rallentamento della crescita della popolazione. Vale a dire che le aree montane incominciano ad essere sature, secondo l'ipotesi dei ricercatori, e che ci si deve aspettare la diffusione di branchi stabili anche verso le aree collinari. Per questo il problema della convivenza potrebbe accentuarsi. Finora è emerso il difficile rapporto con il mondo venatorio e soprattutto con i pastori alpini, per via delle predazioni di animali domestici. Una difficoltà governata finora soprattutto tramite indennizzi (poco efficaci), azioni di informazione sulle corrette pratiche, e con la fornitura di cani da guardiania, al momento lo strumento più utile per proteggere le greggi, se correttamente condotti. D'ora in poi la problematica potrebbe slittare in zone collinari e quindi maggiormente abitate.

 

In queste immagini la video trappola del Servizio Tutela Flora e Fauna della Città metropolitana mostra la presenza del lupo del Chivassese e nall'Alto Astigiano.

 

 

COME FARE PER

Il rinvenimento di sospette esche avvelenate o l'avvistamento di un lupo morto devono essere segnalati alle autorità competenti (Servizio veterinario Asl, Carabinieri forestali, Città metropolitana, Enti Parco) chiamando il numero 112.

Chiunque avvistasse un canide libero o un animale predato, in ambiente rurale, può contattare i numeri della Città metropolitana 011-8616987, 011-8616914 o 349-4163347.

 

PER MAGGIORI INFORMAZIONI

• Città metropolitana di Torino, www.cittametropolitana.torino.it, Tel 011 8616914, Cell. 349416334, infofauna@cittametropolitana.torino.it

www.lifewolfalps.eu

www.centrograndicarnivori.eu