Conferenza sul Futuro dell’Ue: «Meno parole, più fatti, ennesima dichiarazione di intenti che non porta a nulla»

Conferenza sul Futuro dell’Ue: «Meno parole, più fatti, ennesima dichiarazione di intenti che non porta a nulla»
Mercoledì 8 Dicembre 2021 - 09:00

Giudizio negativo dell’europarlamentare Alessandro Panza

La Conferenza sul Futuro dell’Europa è giunta al primo giro di boa: «Dopo sei mesi di lavori male organizzati, mal strutturati e senza un chiaro focus, ci avviamo agli ultimi incontri prima della pausa natalizia senza avere ancora capito esattamente quale sia lo scopo di questa conferenza e quali ne siano gli obiettivi», afferma Alessandro Panza, parlamentare europeo del Gruppo Identità & Democrazia.

Onorevole Panza, ci spiega meglio questo suo giudizio negativo?

«Gli organizzatori continuano a ripetere che sia un grande successo di partecipazione popolare, mentre ci rendiamo conto invece che nessuno ne sta parlando, nessuno la sta seguendo. Cittadini, ministri, deputati ed eurodeputati faccia a faccia in un incontro tra cittadini e legislatori, un primo esperimento di democrazia partecipativa targato Unione europea con ottanta cittadini, che discutono le proposte emerse dai dibattiti, questa la propaganda. Vi partecipano ottanta cittadini europei, di cui tredici italiani; abbiamo chiesto di sapere quali siano stati i criteri di selezione e ancora non sono arrivate delle risposte esaustive in tal senso. L’impressione è che siano stati selezionati “gli amici degli amici”, un dubbio più che legittimo vedendo i contenuti che emergono dai vari panel di discussione, dove non si fa altro che chiedere più diritti per i migranti e altre tematiche care alla sinistra, con discussioni distanti anni luce dalle reali esigenze della gente».

Siete riusciti a dare il vostro contributo?

«Abbiamo fin da subito dato la nostra disponibilità a partecipare in maniera propositiva alla Conferenza sul Futuro dell’Europa per portare il nostro contributo di idee e proposte al fine di dare vita a un dibattito costruttivo e concreto nell’interesse dei cittadini, purtroppo abbiamo dovuto prendere atto di come questo progetto si sia rivelata un’occasione mancata, un’iniziativa inefficace e disordinata, in cui non viene dato ascolto alle voci di chi ha idee differenti».

Insomma, per voi non è uno strumento utile per definire il futuro dell’Europa?

«Abbiamo capito che è un circo inutile. Adesso vorremmo sapere quanto costa questo circo ai contribuenti europei, nell’organizzazione delle riunioni e dei meeting, nell’apertura della sede di Strasburgo al di fuori delle sessioni plenarie, con tutti i costi relativi all’allestimento e alla gestione della struttura. Per ora la domanda resta senza risposta, così come rimane aperto l’interrogativo sullo scopo. Vedremo nei prossimi incontri che si svolgeranno a dicembre, se il metodo di lavoro sarà diverso o se saremo ancora in totale approssimazione, come è stato finora. Auspichiamo un cambio di rotta immediato. Meno parole, più fatti: l’ultima cosa di cui ha bisogno oggi l’Europa è l’ennesima dispendiosa dichiarazione di intenti che non porta a nulla».

Le inserzioni pubblicitarie sono importanti per rendere sostenibile il nostro lavoro giornalistico al servizio dei lettori.
I contenuti di questo sito sono completamente gratuiti: per renderlo sostenibile utilizziamo i banner e le "Notizie Sponsorizzate", come quella che vedi pubblicata qui sopra.
Si tratta di un contenuto a pagamento, chiaramente segnalato, fornito dall’inserzionista e non prodotto dalla redazione.
La Direzione si riserva comunque la facoltà di rifiutare un’inserzione.