Pedofilia, ex dirigente di calcio condannato anche in Appello

Pedofilia, ex dirigente di calcio condannato anche in Appello
Giovedì 14 Novembre 2019 - 17:34

A nulla è valso un appello di 150 pagine, con cui l'avv. Marcello Gori puntava a ribaltare la sentenza di condanna comminata in primo grado dai giudici della Terza Sezione penale. Oggi la Corte d'Appello di Torino ha ribadito la colpevolezza di R. C., classe '73, ex dirigente di una società di calcio del Pinerolese, trascinato in giudizio con la pesantissima accusa di violenza sessuale nei confronti di una ragazzina con cui aveva legami di parentela (proprio per questo, per proteggere in primo luogo la vittima, parte civile con l'avv. Alfredo Merlo, continuiamo a mantenere le sole iniziali dell'imputato). 

 

Il primo verdetto risale al 22 febbraio 2017: 10 anni di reclusione. Ora il secondo: 7 anni (il sostituto procuratore generale Marcello Tatangelo ne aveva chiesti 9 e mezzo). Una «sensibile riduzione di pena», così la definisce il legale, che però non può certo soddisfarlo. Per almeno due motivi. Primo: per quello "sconto" deve ringraziare la prescrizione, che ha tirato un colpo di spugna su tutti i fatti antecedenti il 2002. Secondo: Gori difende uno che si è sempre dichiarao innocente e ora puntava, non lo nega affatto, «ad una sentenza di assoluzione». E, allora come ora, ribadisce: «Non c'era nulla che avvalorasse le contestazioni della Procura, anzi tutti gli elementi dimostravano il contrario. Non c'era nulla che collimasse». Fino a questo punto il parere di sei giudici è stato però di segno opposto. «Aspettiamo di leggere le motivazioni (tra 90 giorni, ndr), poi ricorreremo in Cassazione», anticipa l'avvocato. 

 

La vicenda prese le mosse nella primavera 2013, con la denuncia di una psicologa dell'Asl. A lei era arrivata una ragazzina di 16 anni, che tra mille reticenze e tanta sofferenza, raccontava una storia di orrore. Parlava di palpeggiamenti, richieste sessuali, toccamenti. Almeno in un caso ci sarebbe stato anche di più. Il primo episodio quando aveva appena sei anni. L'ultimo all'età di 12. "Lui" era uno zio, con cui aveva grande confidenza. Le indagini della procura (pm Chiara Maina) a novembre 2015 lo portarono a processo, concluso a febbraio 2017. Dopo uno stallo di due anni e mezzo, oggi la nuova sentenza.  

Sul prossimo numero del nostro giornale, ampio servizio, disponibile anche in versione digitale.

 

Lucia Sorbino
Informazione al servizio della comunità e per essere comunità, da sempre questo è lo stile inconfondibile de L'Eco del Chisone: con l'emergenza Coronavirus, ora più che mai, lo sentiamo come un dovere non solo nei confronti dei nostri lettori, ma di tutti i cittadini. Perché solo insieme ce la faremo.
Paola Molino