Primarie o non Primarie, io mi candido

Più che le nazionali interessano quelle dei parlamentari locali

L’argomento che di più tormenta il Pd sono le elezioni primarie in vista delle politiche del 2013, quando il Governo Monti-Fornero se ne andrà per far posto di nuovo ai partiti. Le Primarie sono nel Dna del Pd che si esprimerà sul leader nazionale che dovrebbe diventare il primo ministro e localmente sui candidati a senatore e a deputato. Anche nel Pdl si stanno annunciando candidature. Ovvia quella di Alfano, che però ha candidato a sua volta Vittorio Feltri (giornalista della scuderia di Berlusconi) perché «rappresentativo di un cambiamento». Singolare l’autocandidatura della cuneese Daniela Santanchè, esponente dell’ala “bilionaria” del Pdl.
Dice il sen. Lucio Malan (Pdl): «C'è la proposta di indire Primarie nazionali, non s'è parlato di quelle locali per deputati e senatori. I dettagli e i criteri saranno stabiliti dagli organi del Pdl. Per evitare di avere troppi candidati penso si richiederanno firme di presentazione e un curriculum».
Per l’on. Osvaldo Napoli (Pdl), sindaco di Valgioie, «le Primarie sono diventate un elemento di democrazia. Si tratta di una grande svolta nel Pdl. È bene legittimare con un voto preventivo chi si candida a premier. Per le Primarie locali io non ho problemi. Se vi sarà il Collegio uninominale tornerà la figura radicata nel territorio e non vi saranno più i "catapultati"».
Più seria la situazione in casa Pd, perché alla fin fine, le Primarie locali si terranno ed escluderanno molti volti conosciuti per far posto al nuovo. Mimmo Lucà, di Rivalta, a Montecitorio dal 1994. Dice: «Non è chiaro quale sistema elettorale vi sarà: di Circoscrizione o di Collegio. Voglio essere ottimista: la riforma elettorale si farà. Bisogna stabilire un criterio di selezione dei candidati a senatore e a deputato attraverso un pronunciamento popolare». (approfondimento nell'edizione in edicola)

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Paola Molino