Da De Amicis al Minuetto: «Non è un addio»

Oltre cento passeggeri sull'ultima corsa da Torre Pellice a Pinerolo

J'entend siffler le train, cantava Richard Anthony per suscitare una lacrima. Ma nessuno piange, alle 19,16 di sabato 16 giugno, quando il convoglio lascia per l'ultima volta la stazione di Torre Pellice. A bordo l'atmosfera è allegra: Marco Rovara suona l'organetto, si canta e Sara Spinardi del Comitato TrenoVivo legge l'arrivederci del treno ai suoi viaggiatori: «Questo non è un addio».
«Se siamo qui è perché non siamo rassegnati», confermano Marco Salsotto e Stefania Tron, due utenti che hanno deciso di manifestare il loro affetto per un mezzo che li ha accompagnati tante volte.
Ma non tutti i presenti indossano la maglietta bianca e verde del Comitato. Tito Villasante Ponce è un cittadino peruviano di Torino che torna a casa dopo una visita ai parenti a Torre: «È l'ultima corsa? Non lo sapevo. Un peccato: venivo spesso ed era una gran comodità».
La stessa considerazione di Nicola Antonio de Liso, torinese con una sorella in valle: «Viaggio con questo treno dagli Anni '80. Con il pullman impiego molto più tempo». Capuccina, la cagnolina mascotte del Comitato, scodinzola contenta: «Lei sul bus non la farebbero salire», osserva il suo padrone, Marco Paolasso.
Viaggiando su questi vagoni, Edmondo De Amicis incontrò il pastore valdese Giacomo Weitzecker, in partenza per la sua missione in Basutoland, tratteggiandone una celebre descrizione in "Alle porte d'Italia". «Oggi ci sono io», interviene Anne Zell, a lungo pastora a Pinerolo (oggi a Brescia), anch'essa di origine tedesca: «Sono del Baden e nella zona di Karlsruhe, come un po' ovunque in Europa, hanno costruito delle linee ferroviarie per collegare la città alla banlieue. Qui esiste già e la si vuole smantellare. È assurdo». (approfondimento nell'edizione in edicola)

Informazione al servizio della comunità e per essere comunità, da sempre questo è lo stile inconfondibile de L'Eco del Chisone: con l'emergenza Coronavirus, ora più che mai, lo sentiamo come un dovere non solo nei confronti dei nostri lettori, ma di tutti i cittadini. Perché solo insieme ce la faremo.
Paola Molino