Addio alla Scuola di equitazione restano solo i Concorsi ippici?

Pinerolo non potrebbe garantire una gestione che costerebbe carissima

Che il generale Distaso - lo storico patrocinatore della costruenda Scuola nazionale di equitazione - si meriti un ufficio, come ha detto il sindaco di Pinerolo, Buttiero, su queste colonne sarà anche vero. Ma il problema è un altro. E ci vuole un po' di chiarezza, altrimenti continueremo a cullare le illusioni. Non confondiamo i sogni con la realtà.
Una scuola, perché funzioni, costerebbe centinaia di migliaia di euro l'anno. Costi certi, ma non certe le coperture finanziarie.
Buttiero dovrebbe saperlo. Spulciando tra i documenti in Comune dovrebbe trovare una lettera di due anni fa, inviata al presidente della Fise (Federazione nazionale sport equestri) con un allegato Piano finanziario distinto in due fasi. Nella prima fase i costi di gestione su base annua ammontano a 240mila euro con l'assunzione di cinque persone a tempo pieno; nella seconda fase, così risulta dal documento che abbiamo a nostre mani, il costo salirebbe a poco meno di un milione l'anno. Programma già più contenuto rispetto a pochi mesi prima quando si prevedevano 16 addetti nella prima fase, addirittura 32 nella seconda.
È anche vero che le previsioni tenevano conto di una confermata disponibilità della Federazione di equitazione che nel 2002 aveva sottoscritto una convenzione con il Comune di Pinerolo. Ma una cosa è l'adesione formale, altro è l'impegno, anche economico, a far fronte agli oneri di gestione, con le deliberazioni conseguenti.
Due anni fa ponemmo queste domande al presidente nazionale della Fise. Ma non ottenemmo - né mai l'ha ottenuta il Comune di Pinerolo - una risposta precisa. Rischiamo allora di completare un'opera che una volta realizzata diverrà una cattedrale nel deserto? E non si tratta di pochi soldi, perché a lavori ultimati di soldi pubblici se ne saranno spesi per ben oltre dieci milioni.
Prima si accennava alla necessaria chiarezza. Insistiamo su questo concetto perché è giunto il momento, mentre si sta già pensando al Concorso ippico che si svolgerà tra l'autunno e l'inverno, di dire a cosa "soltanto" verrà destinato il grande maneggio ed i fabbricati di servizio che, seppur nuovi di zecca, presentano già parecchie magagne.
La domanda è questa: c'era una volta il sogno di una Scuola nazionale di equitazione ed oggi ci è rimasta solo più l'alternativa di una struttura destinata a concorsi ippici? Una risposta - sia il sindaco, la Regione o la Fise - dovranno pur darla, perché Pinerolo non può pensare di affrontare oneri di gestione che minerebbero profondamente il suo bilancio. Tranne che quel maneggio diventi un luogo con utilizzo polivalente: concorsi ippici, ma anche rassegne commerciali, espositive o sportive. Ma a questo punto non parliamo più di Scuola nazionale per cui non c'è alcuna certezza, né alcun impegno per far fronte ai costi di gestione.�

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Paola Molino