Sonia e Patrizio, nel cuore del terremoto

Originari di Roletto e S. Secondo, abitano per lavoro nel Modenese

«La prima scossa di cui si parla è quella delle 4,03 del mattino del 20 maggio. Ma io mi sono svegliata già all'una. Mio marito, che non aveva percepito nulla, mi ha detto: "Sarà stato un sogno"». E invece - per Sonia Minetto e Patrizio Alex Avaro - era l'inizio di un incubo che dura ancora oggi.
Originari, rispettivamente, di Roletto e S. Secondo, 37 e 35 anni, abitano in una frazione di Ravarino, in piena campagna modenese, a un pugno di chilometri da località divenute tristemente note: Medolla, Mirandola, S. Felice sul Panaro… Sono i luoghi del disastroso terremoto che ha colpito l'Emilia: uno sciame sismico che sembra non volersi esaurire. Hanno vissuto il terrore della prima notte, quella appunto del 20 maggio, quando all'alba - spinti da una scossa di magnitudo 6,0 - sono corsi fuori casa, con i bimbi in braccio, mentre dai mobili cadeva di tutto: «Insieme ad amici e colleghi abbiamo fatto un giro in auto, fino a S. Felice, per capire cosa fosse successo. E abbiamo saputo dei primi morti». Sette, in gran parte operai che facevano il turno di notte. (approfondimento nell'edizione in edicola)

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Paola Molino