«Cresci Italia?» Ci resta la speranza

Strada in salita

Il primo decreto "Cresci Italia" o delle liberalizzazioni è arrivato. Si tratta di un provvedimento strutturale che avrà sicuramente degli effetti positivi sullo sviluppo dell’economia italiana. I risultati non si vedranno molto rapidamente, perché alcune disposizioni saranno operative dopo l’emanazione di appositi regolamenti o dopo l’accordo con altri enti, mentre il nostro Paese ha bisogno di qualche iniziativa che produca benefici immediati, già nel corso del 2012. Teoricamente la liberalizzazione nel settore dei carburanti dovrebbe essere quello di più rapido impatto. Per ora constatiamo che, sarà la concomitanza con lo sciopero dei trasportatori o l’annunciata serrata dei distributori, il prezzo della benzina è aumentato, specialmente lungo le autostrade.
Due sono le dichiarazioni che mi hanno particolarmente colpito. La prima: il decreto produrrà un aumento sul Pil italiano del 10 per cento, secondo uno studio della Banca d'Italia. Ma davvero? Avremmo risolto molti problemi. Poi però il presidente del Consiglio, che è una persona prudente, precisa che si tratta di uno studio e di un incremento ottenibile in dieci anni, principalmente originato dalla riduzione dei costi del terziario, se questi saranno ricondotti alla media europea. Così mi sembra più comprensibile, ma "campa cavallo".
La seconda affermazione riguarda invece il risparmio medio per ogni famiglia italiana valutato, secondo alcune analisi, in circa mille euro l’anno. Possibile? Temo che sia la solita questione delle media matematica. Io mangio un pollo al giorno mentre il mio vicino non mangia nulla perché non se lo può permettere. Secondo la media abbiamo mangiato mezzo pollo per uno. Il mio vicino sarà molto contento di questa statistica.
Gli individui, o le famiglie che annualmente vanno da un notaio per fare atti di acquisto di beni immobili, o da un professionista per farsi progettare una casa o per litigare con un condomino, o prendono abitualmente un taxi per spostarsi credo siano poche. Piuttosto sono le aziende, gli  imprenditori, i funzionari di società, gli uomini d'affari che utilizzano spesso questi servizi e ne godranno dei vantaggi, ma la media ripartisce i risparmi di pochi su tutte le famiglie.
Ci sono poi dei provvedimenti che mi lasciano perplesso. Un maggior numero di licenze di commercio potrà creare qualche opportunità per i giovani che vogliono tentare l'avventura di un'iniziativa in proprio, ma la possibilità di praticare sconti per le edicole non sembra realistica. Io sono un consumatore di carta stampata. Andrò dal giornalaio a chiedergli quale sconto mi fa sui prezzi di giornali e riviste, minacciando in caso contrario di servirmi altrove? Gli edicolanti potranno incrementare il numero di prodotti che già vendono, ma la concorrenza da parte di librai, cartolerie, negozi di giocattoli, supermercati è già molto forte.
Nel complesso il provvedimento è certamente utile e contiene elementi interessanti: i risparmi sui farmaci non mutuabili, la possibilità di ottenere uno sconto sull’assicurazione auto, la probabile riduzione dei costi dell’energia elettrica e del  gas, tariffe dei servizi locali forse inferiori.
Occorre attendere il secondo atto della fase "Cresci Italia" già in corso di preparazione per registrare ulteriori vantaggi per i cittadini. Ci sarà poi il terzo atto, quello sul mercato del  avoro, dove veramente si vedrà se la crescita ipotizzata, necessaria e urgente, è a portata di mano o rimane un'utopia. Finalmente si sta facendo qualcosa di nuovo, magari con errori da correggere durante il cammino, ma rimane la speranza che la strada intrapresa, in faticosa salita, irta di difficoltà e di dolorose rinunce, ci conduca ad un futuro migliore.�

Informazione al servizio della comunità e per essere comunità, da sempre questo è lo stile inconfondibile de L'Eco del Chisone: con l'emergenza Coronavirus, ora più che mai, lo sentiamo come un dovere non solo nei confronti dei nostri lettori, ma di tutti i cittadini. Perché solo insieme ce la faremo.
Paola Molino