Quando la montagna brucia
«Sicuramente gli incendi di Giaveno e Pinasca sono stati provocati da mano umana». Il comandante provinciale del Corpo forestale Alessandra Stefani non ha dubbi: «Si tratta di un atto volontario. Difficile stabilire se ci sia colpa o dolo, perché purtroppo l'incendio distrugge anche le prove».
L'indagine dovrà chiarire (e non sarà facile) se la responsabilità sia di qualche «sconsiderato cui è scappata una scintilla», o di qualche «criminale che aveva l'intenzione precisa di appiccare il fuoco».
Le fiamme iniziate domenica 22 hanno devastato centinaia di ettari sul crinale tra la Val Sangone e la Val Chisone, complice la vegetazione secca per le scarse precipitazioni.
Martedì 24, mentre "L'Eco" andava in stampa, il fronte si espandeva verso le case di Gran Dubbione, e dal pascolo iniziava a lambire anche il bosco. «La situazione è critica - commentava la comandante forestale - a causa del forte vento e della nebbia». Altri focolai sono stati spenti a Perrero e a Rucas di Bagnolo. (approfondimenti nell'edizione in edicola)
Paola Molino