Il Pinerolese è sempre al palo di partenza

Senza l'orgoglio?

Due giorni prima di Natale Eugenio Buttiero, sindaco di Pinerolo, incontrando i rappresentanti della stampa per i tradizionali auguri di fine anno, ha anticipato che tra qualche mese "uscirà" dal Comune. In che senso? Che prima ha dovuto pensare a riorganizzare la macchina comunale poi, in primavera, finita la gestazione di nove mesi per la riorganizzazione, si occuperà del territorio.
È una buona notizia perché da anni nessuno si occupa più del territorio. Si corre semplicemente dietro alle proposte che arrivano dagli organi superiori - Stato, Regione o Consiglio superiore della magistratura - lanciando preoccupati segnali d'allarme e conseguenti proteste. Una Asl che subisce il ridimensionamento del ruolo del Pinerolese; il timore per il futuro del Tribunale (anche se il vice-presidente Csm, Vietti, dice «per il momento non preoccupatevi»); la disputa, non ancora placata, sull'assegnazione dei 40 milioni per il post-olimpico che interessa direttamente il Pinerolese, mentre si continua a far sterili polemiche su come dividere il contributo, innescando quelli che l'on. Merlo definisce come «inutili campanilismi». Tanto per fermarsi al settore pubblico.
Se poi passiamo al privato c'è una Val Chisone che "perde i pezzi", una Omvp dal futuro incerto, nessuna iniziativa per identificare nuove aree di espansione industriale in pianura o recuperare siti produttivi esistenti, ma sotto utilizzati.
Sembra di essere agli inizi del 2007 quando, le stesse preoccupazioni già anticipavano un futuro dai contorni confusi, pieni di preoccupazione. Cinque anni fa, su queste colonne de "L'Eco" scrivevamo: «Attendiamo un'impennata di orgoglio di Pinerolo. La città si assuma finalmente il ruolo di capofila, rivendicando, se ne è capace, un ruolo guida e di coordinamento, con una politica e scelte strategiche condivise con gli altri soggetti che operano sul territorio, siano essi pubblici o privati».
Siamo sempre al punto di partenza.
Ora non si chiede ad Eugenio Buttiero, e a chi collaborerà con lui, di fare miracoli, ma almeno un tentativo, nel corso del 2012, per uscire dal vicolo cieco in cui è finito il nostro territorio. Per sapere, in che direzione muoversi. Senza proposte e senza idee non si va da nessuna parte.�

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Paola Molino