L'azienda sana costretta a fare da banca

Il "caso" Pontevecchio

«Noi siamo degli industriali. Non vogliamo fungere da banca». Paolo e Mario Damilano, ad della Pontevecchio srl, sollevano un "caso": una delle vicende assurde e paradossali che la crisi sta creando.
La Pontevecchio produce da 40 anni acque minerali: i marchi Sparea e Valmora sono i più noti. Un'azienda sana, con fatturato in aumento e vicino ai 40 milioni di euro. Eppure la congiuntura - subdola - bussa alla porta dello stabilimento: «Noi siamo solidi e non abbiamo alcun problema ad ottenere credito dagli istituti bancari - premette Paolo Damilano -. Il problema, però, riguarda un numero crescente di nostri clienti». Le banche hanno stretto i cordoni della borsa e concedono finanziamenti solo a imprese fidatissime. La conseguenza? «I nostri clienti ci chiedono tempi sempre più lunghi per liquidare le spettanze. Quindi, di fatto, siamo noi a prestare loro il denaro anziché le banche».
Un problema di cui è difficile prevedere le conseguenze: «Per questo lanciamo l'allarme ora». Prima che sia troppo tardi. (approfondimenti nell'edizione in edicola)

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Paola Molino