Stanno facendo a pezzi la Sanità: la protesta dei sindaci pinerolesi

Stanno facendo a pezzi la sanità pubblica. Giorno dopo giorno, riducono drasticamente - talvolta negano - le risorse necessarie perché la macchina possa continuare a rispondere in maniera adeguata alla domanda di salute dei cittadini.
Si taglia in diverse direzioni, soprattutto sul personale: una delibera della Giunta Cota, ormai tristemente nota (la 14-1440 del 28 gennaio 2011), impone il divieto assoluto per tutto l'anno, a tutte le Aziende sanitarie, di assumere personale a tempo indeterminato e determinato, in tutti i settori tecnici e amministrativi. Per quanto riguarda i medici, il personale di assistenza (infermiere, ostetriche e operatori sanitari) e i tecnici di Radiologia, la copertura delle necessità è consentita ma solamente al 50 per cento. Hai bisogno di due medici per mandare avanti un servizio, anche importante? Ne assumi uno. Stesse limitazioni per le prestazioni aggiuntive svolte con contratti ad hoc con personale interno o esterno. E se in questo modo le liste di attesa si allungano anche fino a sei mesi, pazienza! Si vaga per gli altri ospedali della regione alla ricerca di tempi più stretti, o si va nelle strutture private, sempre pronte ad accogliere chi soffre con gentilezza, solerzia e un sorriso sulle labbra. Basta pagare.
Se poi si è un ospedale come l'"Agnelli" di Pinerolo, cioè una struttura di medie dimensioni, in un territorio di periferia, allora il rischio di vedersi ulteriormente ridimensionati diventa più reale. E preoccupante. La riforma voluta dalla Regione crea infatti i cluster, gruppi di ospedali. L'"Agnelli" dovrebbe finire accorpato al S. Luigi e ad altre sette strutture ospedaliere minori. Da più parti si tenta di tranquillizzare gli animi di cittadini del Pinerolese, operatori sanitari ed amministratori dicendo che l'accorpamento non modificherà la qualità dei servizi. Noi non ci crediamo, e sentiamo il dovere di dirlo. Così come ci tranquillizzerebbe vedere coperti quei sette posti da primario ancora vacanti. I reparti in questione sono gestiti egregiamente dai medici incaricati, ma che, proprio per la natura del loro incarico, non possono guardare lontano, mettere in campo progetti di più ampio respiro.
Già l'accorpamento dell'ex-Azienda sanitaria 10 di Pinerolo con l'ex-Asl 5 di Rivoli-Collegno nella mega Asl To3 non ha prodotto un euro di risparmio, e sta dimostrando giorno per giorno quanto sia difficile gestire una realtà di queste dimensioni, figuriamoci governare otto ospedali messi insieme. E poi si può raccontare quel che si vuole, ma in situazioni di generale risparmio è implicito che, nel caso di risorse disponibili, queste vengano assegnate all'ospedale più grande, più specializzato, ma anche con più peso e carisma politico. Poi potranno raccontarci altre verità, che però subiremo senza crederci. … (approfondimenti nell'edizione in edicola)

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Paola Molino