È finita l'agricoltura delle cascine

Resistono solo le grandi realtà, secondo i primi dati regionali del censimento 2011

L'agricoltura piemontese soffre come tutti i contraccolpi della crisi economica e dei grandi mutamenti nel sistema in atto, ma resiste. Anzi, per certi versi è uno dei comparti che meglio reagisce alle nuove sfide.
È quanto emerge dai primi dati provvisori del censimento agricolo 2011 conclusosi da poche settimane. Un dato su tutti per capire di cosa stiamo parlando: dal 2000 ad oggi nella nostra regione sono scomparse ben 40.230 aziende agricole su 107mila, ovvero il 37,7 per cento del totale. Di queste, 8.114 erano attive in provincia di Torino e 11.132 in quella di Cuneo. Un mondo che scompare, quello delle piccole aziende a conduzione familiare, a favore delle grandi realtà. Che si tratti di un mutamento e non di una scomparsa di un'economia lo dice chiaro un altro dato: a fronte di tante chiusure, il terreno destinato all'agricoltura è diminuito di "solo" il 2,1 per cento, corrispondente ad una perdita di 21.982 ettari. Una percentuale tra le più basse a livello nazionale, si pensi che nella vicina Valle d'Aosta il decremento ha toccato il 22,1 per cento. Ne consegue, l'avrete già capito, che le aziende piemontesi, Pinerolese compreso, si sono ingrandite, passando da una superficie media coltivata di 10 ettari fatta registrare nel 2000 all'attuale dimensionamento medio pari a 15,8 ettari. (approfondimenti nell'edizione in edicola)

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Paola Molino