Acqua, un diritto che costa

Inchiesta su "L'Eco mese" di maggio

Sull'acqua si sta combattento una battaglia quasi filosofica. Da una parte, molti cittadini si sono appassionati alla difesa della cosiddetta "acqua pubblica" dalle mire dei privati interessati a rilevare ampie quote di gestione degli acquedotti. Dall'altra il Governo, convinto che una (parziale) privatizzazione possa migliorare il servizio.
L'acqua da bere è un bene talmente naturale e necessario che è stato dato a lungo per scontato. Oggi, invece, si scontano decenni, anzi, secoli di spreco. E questo diritto - che alcuni, nel Pinerolese, faticano ancora ad avere (l'acquedotto non raggiunge diverse borgate e i cittadini si tassano per contribuire alla sua costruzione) - costa sempre di più.
Sullo sfondo, la virtuosa cultura che vuole evitare gli sprechi e favorire l'acqua del rubinetto rispetto a quella in bottiglia. Ma i produttori di minerale replicano: «Il nostro prodotto è diverso. Inoltre diamo lavoro e siamo una risorsa per il territorio, anche Pinerolese».
All'acqua è dedicata l'inchiesta di Daniele Arghittu, Marco Bertello e Michela Perrone su "L'Eco Mese" di maggio, appena uscito in edicola.

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Paola Molino