Le date

1859, armistizio di Villafranca
La guerra franco piemontese prosegue di vittoria in vittoria ma i morti francesi di Solferino e S. Martino sono troppi e la Toscana e la Romagna insorgono per cacciare il granduca e staccarsi dallo Stato pontificio. Napoleone in accordo con Vittorio Emanuele firma l’armistizio con l’Austria. Cavour è tenuto all’oscuro. L’Austria cede la Lombardia alla Francia che la "gira" al Piemonte. Cavour si dimette, sostituito da Lamarmora. Tornerà al governo nel gennaio 1860 per indire i plebisciti in Toscana e in Emilia per l’annessione al Regno di Sardegna.

1860, i Mille partono da Quarto
Sono all’incirca Mille i volontari che partono con Garibaldi il 5 maggio. Cavour lo sa, ma finge di non saperlo. Sosta a Talamone per il rifornimento di armi, sbarco a Marsala l’11 maggio. Il 20 ottobre Garibaldi è al Volturno per la battaglia finale con l’esercito borbonico. Il 26 Garibaldi si incontra a Teano con Vittorio Emanuele, spedito nel Sud con un esercito da Cavour, che teme l’arrivo di Mazzini e la costituzione di una Repubblica nel Sud dell’Italia.

1861, nasce il Regno d’Italia
Il 17 marzo si riunisce a Torino il primo Parlamento nazionale che proclama il Regno d’Italia. Vittorio Emanuele si scorda di essere il II del Regno di Sardegna e di iniziare una nuova linea e non cambia nome. Si sono intanto annessi al Regno con plebisciti "bulgari" Umbria, Marche, Sicilia e Napoletano. Quel giorno a Torino si proclama Roma come futura capitale d’Italia, anche se il Lazio e Roma sono ancora sotto il Papa re.

1861, a giugno muore Cavour
Il 6 giugno muore a Torino nel suo palazzo (via Cavour 8), dopo breve malattia (s’era sentito male il 29 maggio), il conte Camillo Benso di Cavour, primo ministro, artefice dell’unificazione italiana, stratega della diplomazia, statista. Aveva 51 anni. Padre Giacomo da Poirino, non tenendo conto della scomunica che gravava su Cavour, gli impartisce l’estrema unzione. Il Francescano fu sospeso a divinis dalla Chiesa cattolica. Il Regno è senza guida. Gli succede il marchese Bettino Ricasoli, addirittura un toscano! Uno choc per la borghesia e la nobiltà piemontese. �

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Paola Molino