Un festival-melodia tricolore

Porro, Pinerolo

Anche la musica si è tinta di colore. È successo quest'anno a Sanremo, dove un'intera serata è stata dedicata al 150º anniversario dell'Unità d'Italia. Tributo quasi dovuto alla nazione da un Festival che più di una volta ne è stato il portavoce di idee, di storie e di personaggi. Il Bel Paese è stato cantato tramite canzoni semplicemente leggendarie e piccoli frammenti della storia che fu delle generazioni passate. E lo cantò anche Roberto Benigni fondendo una narrazione appassionata della storia d'Italia con la comicità d'altri tempi. In un periodo in cui sono i contrasti che identificano un'intera classe politica, il Festival si è fatto portavoce della melanconia che attraversa la coscienza comune.
Ma il festival è stato anche divertimento, musica e spettacolo, da Gianni Morandi ad Avril Lavigne, passando per ospiti illustri: un evento riuscito, il tutto condito da un pizzico di satira rivolta alle sfere del Governo: un colpo di coda per certi versi coraggioso che ha voluto attirare l'attenzione verso ciò che il popolo pensa della crisi italiana. Paradossalmente è proprio il giorno della commemorazione dell'Unità d'Italia che crea lacerazioni nel mondo politico e istituzionale; ma allora viene da chiederci se l'Unità sia un concetto ineffabile o una realtà solo lontana. Pensando a Benigni e al suo discorso che ci ha fatto essere fieri di essere italiani, non tutte le speranze sono morte: basta, in fin dei conti, stare uniti e svegliarsi per realizzare i propri sogni.

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Paola Molino