"Liberatore di Roma"

Alessandro Castellaro a Porta Pia

"Liberatore di Roma", con un diploma conferito nel 1871 e una medaglia, la città di Roma insignì Alessandro Castellaro di una benemerenza. Caporale nel 58º fanteria per aver preso parte alla presa di Porta Pia.
Il bisnonno dei fratelli Castellaro, pinerolesi titolari della storica officina, nato nel 1847, si arruolò nell'esercito sabaudo nel 1869 con ferma 12 anni. Fu congedato nel settembre del 1872 (con il credito di 38,5 lire).
Accanto al diploma (la medaglia non è stata trovata), un documento del 1922 del ministero della Guerra in cui si riconosce un vitalizio «per esecuzione della legge pei veterani a titolo di ricompensa nazionale», la famiglia (i fratelli Domenico ed Enrico) possiede un prezioso libretto militare. Nel libretto (in cui si legge la professione dell'avo: "sarone", italianizzazione del piemontese sarun, poi corretto carradore) sono riportati dettagliatamente gli equipaggiamenti in uso al soldato (dalla divisa, alle armi, agli effetti personali), i giorni di infermeria, le assenze. È poi ricco di curiosità e di dettagli che oggi paiono anacronostici, come ad esempio le punizioni previste in caso di disobbedienza ai superiori, ancora corporali: dai 50 agli 80 colpi di bastone o, in caso di giochi illeciti, «quindici giorni a crottone a pane e acqua».
Dopo i fatti di Roma Castellaro torna a casa, si sposa e ha tre figli. L'azienda da Frossasco si sposta a Carmagnola e poi a Pinerolo. Ora i trisnipoti continuano la tradizione di famiglia a S. Secondo.

Informazione al servizio della comunità e per essere comunità, da sempre questo è lo stile inconfondibile de L'Eco del Chisone: con l'emergenza Coronavirus, ora più che mai, lo sentiamo come un dovere non solo nei confronti dei nostri lettori, ma di tutti i cittadini. Perché solo insieme ce la faremo.
Paola Molino