Le date

1831, moti e repressione
Nel febbraio moti insurrezionali coinvolsero i ducati di Parma e Modena e la parte settentrionale dello Stato pontificio (Bologna e la Romagna). Le truppe austriache ristabilirono l’ordine. Dura la reazione del Papa Gregorio XVI «contro i novatori» e del duca di Modena Francesco IV che con un abietto disegno fece impiccare il borghese commerciante modenese Ciro Menotti che aveva preparato il moto a Modena.

1831, Carlo Alberto sul trono
Sale al trono Carlo Alberto, si riaccendono le speranze dei liberali. Mazzini gli invia una lettera nella quale lo invita a farsi «vindice e interprete dei diritti popolari, rigeneratore di tutta l’Italia». La risposta del re fu un mandato di cattura per Mazzini qualora avesse tentato di entrare in Piemonte. Mazzini era già stato incarcerato a Savona nel 1830.

1833, incontro Mazzini-Garibaldi
Primo incontro di Mazzini (esule) con Giuseppe Garibaldi che si era iscritto alla “Giovine Italia”. Garibaldi era allora capitano nella flotta militare sabauda. Nel 1835, raggiunto da una condanna a morte del tribunale militare per insurrezione fuggì in Francia e poi, nel 1835, nell’America del Sud dove rimase dodici anni.

1834, falliti i moti in Savoia
Mazzini organizza dalla Svizzera un moto in Savoia con un gruppo di fuorusciti italiani. Si doveva innescare la ribellione contro Carlo Alberto. A Genova doveva intervenire Garibaldi. Fu un completo fallimento.

1844, i fratelli Bandiera
Attilio ed Emilio Bandiera, ufficiali veneziani della marina austriaca, mazziniani, organizzano una spedizione in Calabria per far insorgere il Regno delle Due Sicilie. Sbarcano a Crotone il 16 giugno, il 25 luglio sono fucilati con altri sette patrioti.

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Paola Molino