Un anno decisivo per il Pinerolese

Cosa ci riserverà il 2011?

Fino a pochi giorni fa la frase dominante era "buon Natale". Da oggi, mercoledì, fino al 31, la sostituiremo con "buon anno". Già, ma che anno sarà il 2011? Che cosa ci riserverà di nuovo - speriamo in meglio - nel Pinerolese?
Pur in un clima - non quello meteorologico - assai poco propenso alla serenità, dove domina la paura, la tensione, per qualcuno anche un senso di rabbia, repressa o manifesta, dobbiamo almeno nutrire una speranza: che si risolvano, positivamente, alcuni problemi ereditati dall'anno che sta morendo.
Nuovi sindaci. Ci sono due Comuni che andranno alle urne (e forse ci torneremo tutti se cadrà questo Governo): Pinerolo e Cumiana.
Due storie diverse. A Cumiana si stanno affilando le armi per vedere chi verrà dopo Costelli, al termine di un doppio mandato amministrativo. Ma è Pinerolo il centro dell'interesse politico ed amministrativo. Reduce, la città, da un clima inutilmente astioso. Due anni in cui abbiamo anche assistito ad un silenzio che definirei urticante su questioni importanti anche per il territorio.
Ci sono questioni irrisolte (e non ha importanza chi è il responsabile) come la Scuola di equitazione, l'utilizzo dell'ex-caserma Bochard che è una vergogna demaniale (circa 5.000 mq di edifici abbandonati al degrado). La ricerca di parcheggi - coperti o no - è stato un cavallo (di battaglia) azzoppato. Pinerolo città guida del Pinerolese? Storie.
Non si è neppure riusciti ad identificare uno straccio di terreno dove un giorno possano insediarsi nuove attività industriali. In compenso aree industriali sono diventate, o diventeranno, residenziali, dimenticando che in città ci sarebbero, dicono gli esperti, centinaia o migliaia di appartamenti vuoti.
Senza linee guida per l'identificazione di aree destinate alle imprese un territorio non può guardare lontano. Con una doverosa precisazione: non è detto che queste aree debbano essere a Pinerolo. Va bene anche altrove. Ma dove?
Se non partiamo subito sappiamo bene che per attrezzare aree dotate di collegamenti, infrastrutture e linee tecnologicamente avanzate ci vogliono anni.
Università. È stato un bel sogno la Sumi, la scuola universitaria di Pinerolo. Oggi il personale però è parzialmente in cassa integrazione. C'era la Sumi, resta il Cuea (il Consorzio universitario con molti Comuni, imprese pubbliche e private).
Se il territorio ci crede ancora - dopo tante promesse millantatrici - deve dare un segnale. Per ora si cerca di tamponare la situazione con master di alto livello o corsi in didattica dell'arte anche se nel Cuea c'è chi ci crede poco. Ma i master e i corsi universitari, se fossero in numero maggiore - considerata l'adeguatezza della struttura realizzata oltre dieci anni fa in via Cesare Battisti a Pinerolo con gran dispendio di risorse - potrebbero dare nuovo impulso al Cuea e puntare, chissà, ad un centro post-universitario di alto livello.
Post-olimpico. Sono trascorsi cinque anni da "Torino 2006" e stiamo tirando le somme di cosa è accaduto in casa nostra. Ad esempio a Pragelato. O si arriva ad un serio progetto per l'utilizzo dell'impianto del salto dal trampolino, con qualcuno, responsabilizzato, che lo gestisca, oppure si rischia l'inarrestabile degrado.
Avanti di questo passo tra 200 anni in valle avremo non solo il Forte di Fenestrelle, ma anche questo impianto da sottoporre all'attenta visione dei turisti. Decine di milioni gettati al vento? Mi auguro davvero di no. Ma deve prevalere il senso di responsabilità. E non basta sollecitare altri soldi al Governo se prima non vengono presentati un progetto ed un serio Piano economico.
L'integrazione. È un'altra faccia della medaglia. Sono più gli elementi positivi che negativi. Il territorio - cioè noi uomini e donne del Pinerolese - ha dimostrato miglior senso di accoglienza che non tanti altri centri italiani. A Barge, all'estrema periferia della "Granda" c'è anche la prima coppia italo-cinese. Auguri.
Ed auguri a tutti quelli che credono che non esistono barriere di razza, colore e religione. Ognuno nel rispetto degli altri. Ma dimostriamo anche, ai nuovi abitanti del territorio che arrivano da mezzo mondo, che sappiamo risolvere i problemi. Non portarceli dietro di anno in anno fino a che diventano cronici.

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Paola Molino