Quando il pubblico fa buoni affari

È il caso dell'impianto per il trattamento dei rifiuti umidi dell'azienda Acea

Chi non risica non rosica, dice il proverbio. Era il 1999 quando gli amministratori pubblici del Pinerolese decisero, per una volta tutti d'accordo, che era giunto il momento di risicare. Per la precisione di puntare 40 miliardi di vecchie lire su un'intuizione dell'amministratore delegato Acea, Francesco Carcioffo: un innovativo impianto per il trattamento e la valorizzazione dei rifiuti. Oggi, a dieci anni di distanza, si può affermare con certezza che la scommessa è stata vinta: mentre in altre parti d'Italia (non c'è bisogno di andare fino a Napoli, basta fermarsi nella nostra provincia) si dibattono in mille problemi, nel Pinerolese l'Acea industriale con il suo impianto ha innescato un ciclo virtuoso. Non solo riesce a trasformare la componente umida dei rifiuti in un ottimo fertilizzante (Florawiva) acquistato addirittura da un'agenzia dell'Onu per le sue qualità, ma riesce pure a guadagnarci. Nell'ultimo anno infatti il margine operativo lordo è stato di quattro milioni di euro all'anno. Tre milioni, se si va al netto, togliendo dal fatturato oltre le spese vive anche l'ammortamento dell'impianto, pari a un milione all'anno (metà ce lo siamo già pagato). Denaro che rimane sul territorio, indispensabile per migliorare il servizio e per nuovi investimenti. Inoltre non dimentichiamo che dalla fermentazione dell'umido si ricava biogas con il quale si produce l'energia elettrica necessaria a far funzionare l'impianto di valorizzazione e per alimentare in parte il teleriscaldamento.
Di fatto oggi l'Acea è diventata il punto di riferimento provinciale per il trattamento dell'umido dopo il fallimento degli impianti (con diversa tecnologia) adottati da altre aziende della Provincia. Molto presto infatti partiranno i lavori per la realizzazione, completamente autofinanziata, di un nuovo "digestore" per potenziare il trattamento dell'umido. Un paio di settimane fa abbiamo dato notizia che verrà rimessa in funzione anche la linea del secco per la produzione di cdr che verrà bruciato a Bergamo, in questo modo si allungheranno i tempi di vita dell'attuale discarica (ma non è vero, come da qualche parte è stato scritto, che non sarà più necessario realizzare l'ampliamento).
Il successo economico dell'Acea azienda si deve anche a una gestione interna oculata. Un dato significativo: se i ricavi dell'Acea vengono divisi per il numero dei dipendenti si ottiene un risultato tre volte superiore a quello di realtà analoghe. «La soddisfazione per questi risultati è grande - afferma l'amministratore delegato Francesco Carcioffo -, cercheremo di fare ancora meglio, sempre nell'ottica di contribuire alla crescita del territorio. Il percorso non è stato sempre in discesa, ci sono stati momenti difficili; mi riferisco a quando si è trattato di mettere a punto il sistema, che era del tutto nuovo, e di far partire la raccolta differenziata. Un grazie a quegli amministratori comunali, e sono stati la maggioranza, che hanno continuato a credere e a sostenere questo progetto».

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Paola Molino