Pinerolo, se ci sei batti un colpo!

Mancano idee

Come non dar torto ad Antonio Saitta, presidente della Provincia di Torino per quanto detto in Consiglio provinciale martedì 12 ottobre: «Non illudetevi che sia il toccasana». Quel toccasana è riferito agli Stati generali - lanciati come uno spot dall'assessore provinciale e sindaco di Cavour, Bertone, e dall'on. Merlo sei mesi fa - con l'intento di realizzare un piano strategico per il rilancio e dare un po' di ossigeno al Pinerolese.
Un "allestimento" di Stati generali, di cui la Provincia si è assunta il coordinamento, che vanno un po' a rilento e che hanno indotto il consigliere provinciale Bonansea a presentare un'interrogazione con risposta, un po' piccata, di Saitta, proprio martedì della scorsa settimana.
Diatribe consigliari a parte, il problema di fondo è sempre lo stesso. Impieghiamo un giorno a lanciare uno spot e ci vogliono mesi per mettere in cammino una "macchina" complessa, ma se non si percorre almeno quel primo tratto di strada non si va proprio da nessuna parte.
Certo, c'è da consultare Pinerolo lasciata un po' in disparte, ma le vicende pinerolesi - che pena! - non possono condizionare la ricerca (e non parliamo affatto di soluzioni) di una strada da percorrere da parte di coloro che ritengono che il Pinerolese (e Pinerolo ne è solo una componente, seppure importante) possa darsi degli obiettivi comuni, con strategie altrettanto comuni. Se non ci crediamo più, mettiamo il cuore in pace. Altrimenti dobbiamo crederci ed impegnarci proprio tutti, ognuno con un suo ruolo ben preciso. Enti pubblici, ma anche organizzazioni private e di categoria. La Coldiretti - ma è solo un esempio - non può stare alla finestra in attesa degli eventi, così come non possono stare alla finestra la categoria artigiana, le imprese in generale, i sindacati, le associazioni.
Fare solo un gioco di difesa del posto di lavoro ad ogni costo, dello "status quo", non serve proprio a nessuno. Non crea aspettative, non crea possibilità di ripresa (prima o poi - più dopo che prima - arriverà!).
Dobbiamo avere occhio al mercato. Nel senso che dobbiamo capire quali siano realmente le esigenze delle imprese, assecondando anche le richieste di chi produce non solo dei beni, ma anche lavoro. E in che direzione muoverci, anche a livello di scelte scolastiche e di preparazione professionale.
Non possiamo solo "allevare" aspiranti cuochi o camerieri se il mercato chiede anche specializzazioni in settori altamente tecnologici. Ricercando poi a livello istituzionale una reale coesione che fin'ora - e sono i fatti a confermarlo - non c'è mai stata, così impregnati di gretto campanilismo.
Speriamo sia la volta buona - lo anticipa Saitta - per mettere attorno ad un tavolo i soggetti potenzialmente interessati al futuro del nostro territorio.
Si tratta di voltare pagina perché mai come in questi ultimi anni - fors'anche perché non c'è più la grande famiglia Agnelli "protettrice del Pinerolese" - siamo stati testimoni del sonno delle idee. Senza idee non si va da nessuna parte.

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Paola Molino