Famiglia e lavoro, il resto viene dopo

Problemi veri

Qualche volta mi chiedo in che mondo vive questo Governo. Direi sulle nuvole perché, di fronte a problemi urgenti che angustiano la nostra vita, si occupa di altro. Napolitano ogni tanto lo ribadisce: ci sono emergenze che vanno affrontate e per esse occorre spendere ogni energia. Parole inascoltate.
Per quattro mesi pareva che la cosa più urgente fosse la cosiddetta lotta a chi minaccia la privacy degli italiani; ora si è tornati sul tema del processo breve (anche se momentaneamente messo da parte da Berlusconi nel tentativo di salvare il suo Governo). Argomento che non deve essere considerato tabù anche perché una maggiore rapidità nei giudizi sarebbe cosa sacrosanta (pensiamo che per il caso dei falsi container di Nuccio Candellero la vicenda, complessivamente, è durata 23 anni).
Ma oggi sono due gli argomenti principi sul tappeto: il lavoro e la famiglia.
L'occupazione è in stallo, anzi di posti di lavoro se ne perdono ogni giorno soprattutto nel settore dei servizi. Poiché però non fanno massa - spesso sono tanti casi isolati - non fanno neppure cronaca. Ma nel Pinerolese sono centinaia i posti di lavoro persi negli ultimi due anni. Né, all'orizzonte, si intravedono segni di sereno. Probabilmente dovremo attendere il 2012, se tutto va bene, prima di tornare ad un recupero parziale, non tanto di produttività, quanto piuttosto di occupazione.
Gli ammortizzatori sociali? Ce ne sono già, spesso coinvolgono i Comuni (penso alle iniziative intraprese anche nel Pinerolese), ma da soli non bastano. E penso che un ruolo niente affatto secondario dovrebbero avere gli istituti bancari (i più restii sono i "maggiori", i più disponibili le banche a carattere quasi locale) nel dare fiducia - correndo certo i conseguenti rischi d'impresa - e concedere crediti a fronte di progetti oggettivamente sostenibili. Riguardino la media azienda (che ad esempio vuole ampliarsi) o il privato che ad esempio vuole tentare la piccola impresa a fronte di progetti documentati. Ma spesso non c'è questa fiducia anche se gli istituti bancari sono tornati a macinare utili, a fronte di rischi sempre più ridotti.
Poi la famiglia. Vanno anche bene i pannolini (deliberazione della Regione Piemonte) ma la famiglia ha una vasta gamma di necessità. In questo campo da noi in Italia siamo agli ultimi posti in Europa. Vengono destinate poche risorse: circa la metà, di quel che si spende dalla Danimarca alla Francia, dall'Austria alla Svezia. Peggio di noi solo Lettonia, Bulgaria, Lituania, Malta, Polonia, Spagna e Portogallo.
In campo non ci sono richieste di contributi ad personam, semplicemente occorrerebbero servizi da offrire alla famiglia, finalizzati alla riduzione di costi per i nuclei a più basso reddito. Nei confronti di chi non ha case in affitto a terzi, non ha auto di lusso, qualche volta prescindendo dalla dichiarazione dei redditi che non sempre dice la verità.
Non basta fare la Festa della famiglia, occorre anche aiutarla. Privilegiando - in un momento come questo di limitate risorse - la famiglia che ha bisogno. Non solo la famiglia in quanto nucleo censito all'Anagrafe.

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Paola Molino