Piccoli Comuni obbligati all'unione

Approvato il disegno di legge che impone la gestione associata delle funzioni generali

Due piccoli commi all'interno del disegno di legge che converte il decreto legge 78/2010: per intenderci, quello della manovra. Tanto basta per imporre ai piccoli Comuni - sotto i cinquemila abitanti oppure sotto i tremila, se appartenenti o appartenuti a una Comunità montana - di associare le funzioni fondamentali.
Da Rorà a Macello, da Perrero a Frossasco, sarà necessario convenzionarsi oppure formare un'unione di Comuni per esercitare le funzioni di amministrazione, gestione e controllo; quelle di Polizia locale e di istruzione pubblica (compresi i servizi per gli asili nido, nonché l'assistenza, la refezione e l'edilizia scolastica); quelle nel campo di viabilità e trasporti; quelle per la gestione del territorio e dell'ambiente; dulcis in fundo, quelle del settore sociale.
Il disegno di legge è stato varato in via definitiva il 29 luglio dalla Camera, dopo essere già stato approvato al Senato. Insomma: non è un'ipotesi, è realtà. Spiega Daniele Formiconi, responsabile Anci Area piccoli Comuni: «Il completamento dell’attuazione di tali disposizioni dovrà essere assicurato dai Comuni entro il termine che sarà individuato con Dpcm (Decreto del presidente del Consiglio dei ministri, ndr) entro 90 giorni dall’entrata in vigore del Dl 78/2010». Risalendo il decreto legge al 31 maggio, si evince che non bisognerà attendere oltre il 1º settembre. «Con lo stesso decreto - conclude Formiconi - sarà individuato il limite demografico minimo per l’esercizio associato delle funzioni fondamentali». Dopo le ferie, insomma, bisognerà mettersi di buzzo buono con la calcolatrice per capire con chi unirsi o convenzionarsi.
Per i piccoli Comuni - e nel nostro territorio sono 48 - è alle porte una rivoluzione copernicana. Gli obiettivi sono ottimi: il contenimento della spesa pubblica e il miglioramento del servizio al cittadino. Nell'applicazione concreta, però, si rischia il caos. Come riorganizzare le piante organiche? Come risparmiare se (giustamente!) non si possono licenziare i dipendenti?
Poi, entrando nel campo delle opinioni, considerare i piccoli Comuni delle mere voci di costo significa ignorare il loro ruolo sociale. Talvolta, una parte delle funzioni vengono svolte gratuitamente da sindaci e assessori, come forma di volontariato. Imporne l'espletamento in forma associata richiederà l'impiego di personale stipendiato: siamo sicuri che si tratti di un risparmio?
Salta agli occhi una (voluta?) incongruenza: si favoriscono le unioni di Comuni e, contemporaneamente, si affossano le Comunità montane, che ne costituiscono un esempio ormai quarantennale ma che non sono citate tra le forme di associazione possibili.
Potrebbe essere solo il primo passo verso la fusione forzata.

Informazione al servizio della comunità e per essere comunità, da sempre questo è lo stile inconfondibile de L'Eco del Chisone: con l'emergenza Coronavirus, ora più che mai, lo sentiamo come un dovere non solo nei confronti dei nostri lettori, ma di tutti i cittadini. Perché solo insieme ce la faremo.
Paola Molino