Politici per volontariato

Qualcuno esulterà, perché gli hanno detto che lì si annidano gli sprechi. In realtà, il comma 7 dell'articolo 5 del Decreto legge 78/2010, che cancella d'imperio indennità e rimborsi spese agli amministratori delle Comunità montane (e dei consorzi), è un duro colpo alla democrazia di base.
La levata di scudi è bipartisan: e siccome le critiche provengono anche da esponenti del centrodestra, non è impossibile che il decreto muti prima di essere convertito in legge. Ma al momento la norma è in vigore. E - di fatto - presidenti, assessori e consiglieri di Comunità stanno lavorando gratis. Anzi: a loro spese.
«Il prossimo passo? Ci chiederanno di pagare una quota d'iscrizione. Se vorremo fare gli amministratori, dovremo aderire al club: come per andare in palestra a fare pilates», ironizza Demis Donzino (Pd), assessore alle Attività produttive della Comunità montana del Pinerolese. Essendo un lavoratore dipendente, intascava per il suo ruolo 241 euro al mese (netti). L'amaro sorriso sparisce quando aggiunge: «Il legislatore considera la democrazia locale un optional, qualcosa da praticare su base volontaristica». Ed è proprio questo, il punto. Gli emolumenti agli amministratori furono una conquista democratica: consentirono potenzialmente a tutti di prestare la propria opera per il bene comune.
«Finirà invece che i Consigli comunali saranno composti solo da pensionati, benestanti o da personaggi che sperano di trarre guadagni illeciti a danno dell'interesse pubblico», lamenta Stefano Polastri, consigliere Pdl a Piossasco: la sforbiciata riguarda infatti anche i Comuni, seppure in questo caso non si tratti di un azzeramento e sia ancora da approvare. «L'entusiasmo, la passione e l'impegno di giovani amministratori che si affacciano al mondo della politica non bastano, specialmente per chi non è ricco di famiglia o non ha lavori molto remunerativi», aggiunge Polastri, che è presidente del Club delle libertà di Piossasco.
«Io sopravviverò, perché sono pensionato - allarga le braccia Andrea Coucourde, presidente della Cm del Pinerolese che riceveva il minimo previsto, circa 1.000 euro -. Ma ci sono colleghi che si sono messi in aspettativa dal lavoro, per dedicarsi alla cosa pubblica. Dovranno fare marcia indietro?».
Di certo, lotteranno. Lunedì i presidenti delle Comunità montane del Torinese hanno definito una posizione comune e intendono consegnare un documento di protesta all'assessore regionale alla Montagna Roberto Ravello.

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Paola Molino