Quando il lavoro finisce in Tribunale

Cresce la conflittualità nelle fabbriche, a Pinerolo in pochi anni le cause sono raddoppiate

In questi giorni sul caso dello stabilimento Fiat di Pomigliano si sta giocando una partita decisiva sul futuro dei rapporti tra lavoratori e mondo dell'impresa, sul piano dei diritti e dell'applicazione dei contratti nazionali. Del resto il mondo del lavoro è già cambiato profondamente: nuovi contratti, profonde ristrutturazioni organizzative nelle fabbriche, diverso atteggiamento dei sindacati. Tutto questo, inevitabilmente, non fa che aumentare la conflittualità tra lavoratori e imprese, con i primi che sempre di più ricorrono al Tribunale. In una lunga intervista rilasciata a "L'Eco del Chisone", il giudice del lavoro del Tribunale di Pinerolo, Giuseppe Salerno, rivela: «Nell'arco di quattro anni le cause sono pressoché raddoppiate, arrivando a toccare la cifra di settecento». Un super lavoro che lo ha portato nei primi mesi del 2010 a sfornare ben 197 sentenze e a risolvere con la transazione altri 120 casi. «Non si tratta di un buon segnale - avverte - molti lavoratori ci vedono come dei Robin Hood, ma non è così e meglio sarebbe risolvere i contenziosi con la contrattazione senza ricorrere al Tribunale».

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Paola Molino