«L'Ex-Annovati inquina: deve mettersi in regola»

La Procura di Pinerolo ha chiesto il sequestro dell'impianto e il blocco dell'attività

FROSSASCO - È un'autentica bomba quella lanciata dalla procura della Repubblica di Pinerolo: sequestro preventivo dell'impianto della Trombini Spa (ex-Annovati) e blocco dell'attività fino a che l'azienda (circa 140 dipendenti tra gli stabilimenti di Frossasco e Luserna) non metta in regola il camino e rimuova così le cause delle irregolarità riscontrate nell'emissione dei fumi. Il procuratore Giuseppe Amato l'ha chiesto lunedì scorso al gip.
La mossa che ha dato avvio a questa nuova, decisiva, partita (che dura da anni e per ora ha visto indagato il solo Sirio Menghini, in qualità di procuratore speciale con delega in materia ambientale per conto della Spa) l'ha compiuta la settimana scorsa il giudice Marco Battiglia, respingendo la richiesta di oblazione avanzata dalla Trombini. In sostanza Battiglia dice: relativamente ai parametri di Cot (carbonio organico totale) e Nox (ossidi di azoto), i fumi che escono dal camino di Frossasco superano in modo costante i valori limite imposti dall'autorizzazione provinciale del 28 febbraio 2007. Risultanze «chiare, inequivocabili e quindi incontrovertibili» a cui il gip è giunto sulla scorta della perizia affidata all'ing. Maurizio Onofrio, professore del Politecnico di Torino. A lui Battiglia l'estate scorsa aveva posto tre quesiti: quale sia l'esatta tipologia dell'impianto, se siano o meno attendibili i dati rilevati dall'Arpa tra settembre 2007 e aprile 2008 (in particolare rispetto a Cot e Nox ed anche con riferimento al sistema di monitoraggio "in continuo" adottato dall'azienda) ed in ultimo se siano o no comparabili fra loro i dati tabellari indicati nell'autorizzazione provinciale e quelli misurati dall'Arpa (a detta della Trombini questi non sono comparabili in quanto rilevati con due diversi criteri di misurazione).
Onofrio il 30 novembre aveva consegnato la sua relazione concludendo che i limiti provinciali sono stati violati, anche ammettendo divergenze tra i due sistemi di misurazione adottati (in continuo e in discontinuo). In quella sede (e poi in un documento consegnato al giudice a marzo), il chimico Daniele Castellino (assessore all'Ambiente di Frossasco, ma pure consulente per il Comune e per il Comitato ambiente e salute) aveva aggiunto ulteriori elementi a conferma dello sforamento. Tra questi, il fatto che ogni giorno dal camino della Trombini escono 537 kg di Cot (vale a dire circa 150 tonnellate annue). E quanto agli ossidi di azoto (Nox) siamo sullo stesso ordine di grandezza. Insomma, quantità di sostanze organiche volatili, in parte assai pericolose anche per la salute, davvero ingenti.
Una mole di dati che ha convinto il gip Battiglia a respingere la richiesta di oblazione, avanzata dalla società, che con qualche migliaia di euro avrebbe chiuso la la sua posizione giudiziaria. Una proposta che un altro pm (Vito Destito, oggi a Torino) aveva invece accolto.
Battiglia l'ha bocciata, restituendo gli atti alla Procura. Insomma, non solo l'inchiesta riparte ma si "complica" con l'ulteriore passo compiuto da Amato: richiesta di sequestro. E la decisione torna a Battiglia.
Intanto le prime reazioni a caldo sono di grande stupore (per non dire di sconcerto). Castellino: «La richiesta di sequestro è un'azione forte che non c'era mai stata finora. Se l'azienda avesse migliorato la situazione non si sarebbe arrivati a questo, rischiando l'interruzione dell'attività produttiva. Tutto deriva da un errore progettuale del 2003: hanno rifatto buona parte degli impianti ma con una concezione "vecchia". Lo sforamento avviene praticamente da tre anni. Vorremmo che l'azienda facesse dei passi per migliorare le emissioni: da anni la gente lo chiede».
Sul fronte opposto, l'avv. Alessandro Melchionda che rappresenta il Gruppo Trombini e assiste Menghini: «Non ne sappiamo nulla: apprendiamo le notizie in questo momento. Ci riserviamo di prendere visione di tutti i provvedimenti in questione per esprimere le nostre valutazioni».
Il legale bolognese aggiunge: «La ditta sta lavorando in conformità con le autorizzazioni provinciali rilasciate dalla Provincia nel gennaio 2008 (che smentivano rischi per la salute e autorizzavano a proseguire l'attività anche in caso di eventuali sforamenti). Inoltre, da tempo aveva già presentato varie soluzioni per l'adeguamento degli impianti: proprio domani (oggi, mercoledì 26 maggio, ndr) mi risulta sia fissata una conferenza dei servizi in cui tutte la parti si confronteranno sulla questione».



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Paola Molino