Un mese per una raccomandata

Ad Airasca, pesanti ritardi nella consegna della posta

AIRASCA - La corrispondenza arriva con pesanti ritardi e fioccano le proteste. Accade ad Airasca, dove il servizio postale pare davvero in tilt. Già in passato i cittadini hanno spesso lamentato ritardi nella consegna di giornali e missive: a macchia di leopardo e saltuariamente. Ma ora la situazione è davvero peggiorata. Questa volta le numerose segnalazioni del disservizio sono giunte in particolare da via Roma, verso il borgo Aurora e in via Sacco ma anche in altre parti del paese.
Corrispondenza spedita ad inizio aprile e recapitata soltanto l'11 maggio. Tra queste una convocazione per un'importante assemblea condominiale (già svoltasi nel frattempo), una risposta per un bando provinciale (i cui termini sono ormai scaduti), la lettera di avviso di un abbonamento ad un quotidiano (intanto è stato sospeso l'invio), l'invito ad un convegno in Francia (concluso ormai da giorni), oltre a numerose bollette Telecom ed Enel, per fortuna domiciliate in banca.
«Un'inefficenza intollerabile, anche perché le conseguenze economiche possono essere molto pesanti. Il buffo è che un contenzioso è impossibile perché sempre più spesso sulle buste non compaiono le timbrature con le date di partenza ed arrivo». Si sfoga così uno dei cittadini colpiti dal malfunzionamento postale, Roberto Antonioli: «Ho sempre segnalato la cosa al responsabile dell'Ufficio postale di Airasca ed in risposta mi è stato consegnato un modulo per il reclamo che sarà poi inoltrato alle Poste centrali».
In altri Comuni del Pinerolese, di fronte a situazioni analoghe - mal comune, mezzo gaudio? -, il sindaco ha presentato un esposto per interruzione di pubblico servizio.
Ad Airasca il primo cittadino Andreazzoli si è detto «preoccupato della situazione». E poi ha aggiunto: «Proprio la scorsa settimana, durante gli Stati generali del Pinerolese, ho sollevato anche questa problematica. Nei prossimi giorni come Amministrazione ci muoveremo per concordare un'iniziativa con i sindacati e cercheremo di coinvolgere anche l'Anci (Associazione nazionale Comuni italiani, ndr) per sollecitare una presa di posizione colletiva». Anche perché il privato cittadino sembra davvero impotente, ed intanto si continua a pagare per un servizio che viene effettuato male. E si fa sempre più strada la posizione di chi rimpiange i vecchi tempi, quando le Poste non facevano le banche ed i commercianti di libri, giochi e quant'altro ma si limitavano ad occuparsi di lettere & C.

Informazione al servizio della comunità e per essere comunità, da sempre questo è lo stile inconfondibile de L'Eco del Chisone: con l'emergenza Coronavirus, ora più che mai, lo sentiamo come un dovere non solo nei confronti dei nostri lettori, ma di tutti i cittadini. Perché solo insieme ce la faremo.
Paola Molino