Turismo nelle "terre di mezzo"

Il Pinerolese, tra pianura e colline

C'era una volta l'Atl, l'azienda turistica. O più esattamente: l'Atl c'è ancora ma con connotazioni diverse. La presenza più o meno capillare con i suoi uffici non regge più. Sette-otto anni fa eravamo in un clima pre-olimpico e forse quegli investimenti potevano trovare giustificazione. Oggi molto meno. Un po' perché la situazione economica è profondamente cambiata. Un po' perché si sono inaridite le risorse pubbliche ed occorre puntare all'essenziale. Un po', infine, perché quel tipo di organizzazione ha creato non poche illusioni e non è vero che le Olimpiadi siano state un gran volano per il turismo nel Pinerolese. Forse, per colpa di tutti, abbiamo peccato un po' di retorica anche perché, durante l'avvenimento a cinque cerchi, abbiamo visto tanti pullman in transito a Pinerolo e dintorni. Ma andavano verso Torino!
Pure in una situazione difficile come l'attuale le alte valli si sono organizzate, con un consorzio, anche in collaborazione con l'Atl unica, su base provinciale.
Ma restano un po' in disparte le "terre di mezzo". Tanto per intenderci la pianura, le zone collinari, Pinerolo città e dintorni.
Occorre uno sforzo di fantasia (ma anche economico) se queste "terre di mezzo" non le si vuole emarginare. Avendo ben presente, realisticamente, che il turismo in queste terre sarà sempre di nicchia, non sostitutivo delle tradizionali imprese manifatturiere. Ma di questi tempi è meglio non gettare via niente. Purché si creda a questo sforzo. Che coinvolge, o dovrebbe coinvolgere, non solo gli enti locali e la stessa Atl ma anche i privati, gli albergatori, i ristoratori, tutti quelli che vivono e traggono in primis i benefici del turismo.
Ma c'è questa disponibilità, oppure pensiamo di voler competere, in base ai prezzi, con Torino o Sanremo? Anche Sestriere fa delle scelte precise. C'è una struttura a quattro stelle che vende la mezza pensione a 39,6 euro al giorno. Lavora sotto costo? Probabilmente no. Semplicemente, in certe situazioni, è meglio - soprattutto nella media e bassa stagione - pagarsi almeno le spese invece di non lavorare affatto ed avere solo dei costi.
Ultima questione, ma certo non la meno ininfluente: chi vende il turismo nelle "terre di mezzo"? Ci sono tour operator disponibili a questa scommessa oppure queste terre, con l'aiuto o meno dell'Atl provinciale, devono fare da sole? Perché è inutile solo proporre un prodotto, ripetiamo di nicchia, soltanto con grandi e costose pubblicazioni che restano nel cassetto. Occorre che qualcuno lo commercializzi. Le Langhe sono state antesignane rispetto a noi. Hanno impiegato anni, investito ma alla fine sono riuscite a raccogliere molto dopo aver seminato altrettanto. 

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Paola Molino