Nascerà un fungo per garantire l'acqua?

Vigone, è allo studio della Smat

VIGONE - La Smat non vuole comprare l’acquedotto e le strade di campagna dovranno tenersi i loro buchi. A intrecciare i destini delle condutture dell’acqua e delle strade esterne ci aveva pensato il vice-sindaco Paolo Dellacroce.

Il suo ragionamento in sintesi era vendere a una ditta privata l’acquedotto del Consorzio volontario S. Nicola (circa 53 chilometri) e reinvestire la cifra per risistemare quella ventina di chilometri di strade esterne in pessima condizione. Un’operazione da un milione di euro. «Sono in stato di degrado, trascurate da troppo tempo - è impietoso il giudizio di Dellacroce -. Sono al limite della percorribilità e da trent’anni non sono più asfaltate».

Il rifiuto della Smat, l’azienda che gestisce l’acqua potabile, però, non lascia alternative: rimarranno ancora così per i prossimi anni.

«Sono interessati solo alla gestione dell’impianto, non ad acquistarlo - precisa Dellacroce -. Per quanto riguarda le strade, con il suo bilancio il Comune non può coprire una spesa del genere. Ci dovremo limitare a fare della manutenzione». Nell’incontro di marzo con presidente, segretario e direttore generale della Smat, però, il vice-sindaco non ha incassato solo un “no”, ma ha strappato qualche promessa.

«Ho fatto presente i problemi di sicurezza del pozzo in via Luserna e la scarsa pressione dell’acqua, che penalizza le abitazioni esterne al paese». La pressione, infatti, non è sufficiente e l’acqua tribola ad arrivare ad alcune case; inoltre se manca la luce, dopo un paio d’ore Vigone è a secco. «Mi hanno promesso che costruiranno un muro di cinta vicino al pozzo. E che, tenendo conto dell’impatto ambientale, studieranno una soluzione per il problema della pressione». L’ipotesi è che venga costruito un "fungo" per mantenere una pressione adeguata anche nelle tubature che servono le case in periferia.

Informazione al servizio della comunità e per essere comunità, da sempre questo è lo stile inconfondibile de L'Eco del Chisone: con l'emergenza Coronavirus, ora più che mai, lo sentiamo come un dovere non solo nei confronti dei nostri lettori, ma di tutti i cittadini. Perché solo insieme ce la faremo.
Paola Molino