Lo stesso rassicurante copione di cent'anni fa

I fasti dell'aprile 1910, quando la stazione fu intasata di macchine agricole
Un evento che

I tempi cambiano eppure nella Pinerolo del terzo millennio la "fiera" resta "la fiera". Ripetitiva, immutabile, ma se mai un giorno dovesse cambiare registro spiazzerebbe persino quella fascia un po' snob di cittadinanza che la critica. Dunque lunedì 26 proporrà il solito, rassicurante copione: luna park, bancarelle dappertutto, bestiame, macchine agricole e… strade intasate.

Né più né meno di cento anni fa, quando (lunedì cadeva il 25) l'"esposizione" «vera festa della zootecnia e dell'agraria», scriveva "L'Eco del Chisone" del 30 aprile presentandola come elemento qualificante, a prescindere dal mercato e dalle giostre, occupava, anziché piazza d'Armi una piazza Roma (il fabbricato ex Sip non c'era ancora) ben più ampia rispetto all'attuale.

Un evento che il giornale sottolineava «splendidamente riuscito» celebrando l'impegno del sindaco Bosio e «l'opera del nostro deputato Luigi Facta a cui si deve se il ministero ha concesso varie medaglie che vengono ad accrescere lo splendido elenco dei premi e l'importanza, perciò, della mostra».

Macchine agricole in «bella ed attraente» passerella fin da domenica 24, spiegava il cronista, abbinate ad una fiera rigorosamente equina che, alla quarta edizione, «segnò un vero e grande progresso rispetto agli anni scorsi» tant'è che «furono circa 400 i capi esposti» tra asini stalloni, cavalli da tiro leggero e pesante, fattrici, muli, muletti…

Un expo-concorso che sfoggiò un lungo elenco di vincitori, pinerolesi e non. La ditta "Ing. Colorni e Compagnia" di Alessandria si aggiudicò la medaglia d'oro della Provincia, Michele Sivier di Piscina, quella (d'oro anch'essa) della Camera di commercio e altrettanto ottennero (offerte dal Comune, stavolta) i pinerolesi Michele Roncaglione e Giovanni Calandra. Attestati «di incoraggiamento», invece, ai fratelli Molinero e a Garetto di Virle, produttori «di degnissime seminatrici» e ai carri «assai solidi e ben costruiti» del bagnolese Re e degli Avalis di Buriasco.

Agli allevatori anche premi in danaro: il più consistente (300 lire), a conferma che anche un secolo fa pioveva… sul bagnato, se l'aggiudicò l'on. Eugenio Bona di Carignano che, per la sezione istituita dal ministero della Guerra, presentò tre cavalle destinate alla produzione di muli da grosso carico.

Tutto bene anzi benissimo, rimarcava "L'Eco", riservando però una nota polemica alla stazione «che già ripetutamente dimostrò di essere insufficiente, per la sua ristrettezza, all'aumentato traffico». Molte macchine agricole, infatti, si fermarono a Torino e là rimasero poiché il capolinea Pinerolo, ben presto intasato, non fu in grado di accoglierle.

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Paola Molino