Università: chi rema contro?

L'attivazione di un nuovo corso a Pinerolo ad ottobre resta un miraggio

Chi ha buona memoria riconoscerà il titolo di questa notizia. Era apparso, pari pari, un anno e mezzo fa proprio sulla prima pagina de "L'Eco del Chisone". Non è un errore di distrazione, ma una scelta consapevole, dettata dal fatto che, nonostante l'impegno di chi ha seguito questa partita, l'università di Pinerolo continua a essere in bilico tra un futuro incerto e la voglia di abbandonare tutto.

Martedì scorso nella cartella di posta elettronica del sindaco Paolo Covato è arrivata un'e-mail che in tanti a Pinerolo aspettavano. In allegato, la prima bozza di convenzione per il funzionamento dei corsi di laurea alla Sumi per i prossimi dieci anni. Dopo quasi due anni (l'università di Torino aveva disdetto la precedente convenzione nell'aprile 2008), con la certezza - finalmente - di aver individuato sul territorio i fondi necessari per stipularne una nuova, la bozza ha però suscitato un certo stupore. Innanzitutto, gli enti firmatari sono due, l'università e il Comune: fuori quindi il Cuea (il Consorzio interaziendale che gestisce la scuola, presidente Maria Luisa Cosso), che potrà però assolvere ad alcuni degli impegni del Comune. Altra doccia fredda: secondo la bozza il Comune, «per finanziare sei posti di ricercatore», dovrà erogare in dieci anni non più i tre milioni di euro di cui finora si era parlato, bensì 3.600.000. Il terzo punto assolutamente non chiaro salta all'occhio all'articolo 7: «La presente convenzione è tuttavia sottoposta a effetto sospensivo sino al pagamento da parte della Regione Piemonte della somma dovuta (1.500.000 euro annui per un triennio, ndr) per il patto locale per l'insediamento di corsi universitari nella Provincia di Cuneo stipulata tra l'Università degli studi di Torino e gli enti locali pubblici e privati della provincia di Cuneo». Ricordiamo che la Regione si è impegnata a erogate un milione e mezzo di euro per Pinerolo in tre anni. Un ricatto? Il sindaco mantiene la calma: «Si tratta di una prima bozza, ora spetta a noi proporre le dovute modifiche. Una volta formata la nuova Giunta regionale, chiederemo un incontro». E di fronte a un impegno così oneroso (fatti i conti della serva, a queste condizioni l'università costerebbe al Comune qualcosa come 700mila euro l'anno) non sarebbe meglio rinunciare? «L'università serve, il territorio la vuole (e tutti quei sindaci che hanno abbandonato il consorzio Cuea?, ndr) e farò di tutto per mantenerla», risponde secco Covato. E «fare di tutto», aggiungiamo noi, significherà anche risollevare il consorzio, reduce di un bilancio che per pareggiare ha dovuto esaurire il fondo consortile.

Difficilmente partirà il primo anno a ottobre: per ben che vadano le trattative con l'università, non ci sarebbe il tempo materiale per l'orientamento. Ma date a parte, anche sui contenuti resta un punto interrogativo: la bozza di convenzione fa riferimento a un corso di laurea della facoltà di Economia «denominato Economia aziendale, curriculum in Economia dei servizi» e l'università s'impegna «a contrattare l'eventuale attivazione di un corso di laurea in Scienze infermieristiche nell'area del Pinerolese». E i Management del turismo e dello spettacolo? Che confusione!

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Paola Molino