Quegli affreschi riemersi dalla cappella nascosta

Villafranca, frutto del recupero di un vano sotto la torre di S. Stefano
Chiusa al pubblico per 150 anni restituisce pitture tardomedioevali

“Altare Sanctae Crucis sub capella campanillis”: con queste parole, il 30 settembre 1584, mons. Peruzzi, nella sua visita pastorale, iniziava la descrizione della cappella esistente alla base del campanile della chiesa di S. Stefano in cui vi era un altare dedicato alla S. Croce.

Il testo procedeva in questo modo “valde indecenter ornatum, mandavit destrui ac demoliri"; in altre parole significa che questo altare era così malandato e maltenuto che non si poteva far altro che demolirlo. E così avvenne. Nel 1596 un altro religioso, mons. Broglia, nella sua visita pastorale non riscontrava traccia dell'altare.

Cristina Baudracco

(continua)

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