Hockey: Valpe Arce, questo è il tuo miracle
Trent'anni fa, il 22 febbraio 1980, l'hockey visse la sua giornata memorabile: gli universitari statunitensi batterono alle Olimpiadi l'Unione Sovietica in un modo talmente clamoroso che un regista - cinque lustri dopo - non ha dovuto aggiungere nulla per ricavarci un film, "Miracle". Se un giorno qualcuno vorrà imitarlo, riproponendo su pellicola la più incredibile delle partite della Valpe, la sceneggiatura è già pronta.
Il lieto fine si prepara con il dramma, ça va sans dire. Ed ecco che il più stimato degli allenatori dà forfait per un grave disagio personale. La squadra, in piena lotta play-off, viene affidata ad un 25enne, Stefano Canale. Qualcuno sussurra: che bello sarebbe se la squadra reagisse alla grande. No, la realtà schiaffeggia i sogni: pessima prestazione ad Alleghe, giocatori abulici e pessimismo dilagante.
"Telecamere" su Canale. Si assume ogni responsabilità, difende i suoi e si lascia scappare un vaticinio: «Col Val Pusteria può succedere di tutto». Ma come sovvertire, in 48 ore, le sorti di un gruppo che sembra aver perduto coscienza di sé? La risposta resterà nel segreto dello spogliatoio biancorosso. Certo è che le belle statuine viste in Veneto diventano gagliardi combattenti. La mutazione è tattica - eliminate le incursioni suicide dei difensori, riconquistata la zona neutra - e, oseremmo dire, genetica: Smith e Trudel cambiano perfino i tratti somatici, Haakana risorge, Sisca si rimaterializza.
Daniele Arghittu
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Paola Molino