C'era una volta lo sti Agnelli

Tra cassa integrazione alla Fiat e Juve-tentenna

Agnelli, l'Avvocato, è stata un'icona del "bello stile". Ma appartiene ormai al passato, quasi remoto, anche se l'Avvocato è morto appena sette anni fa, il 24 gennaio del 2003 e sabato 23 è stato ricordato, discretamente, con una Messa a Torino e non più a Villar Perosa. Proprio quella Villar che è stata il centro dei suoi affetti.

Discrezione a parte resta il fatto che uno "stile" è andato completamente in soffitta. Per sempre.

La nuova dirigenza Fiat in questi giorni ha brillato per due fatti di diversa e sostanziale importanza: la crisi della Juventus ed il ricorso, annunciato da Marchionne, della cassa integrazione alla Fiat che ha fatto dire a Bonanni della Cisl: «Qualcuno lo chiamerebbe ricatto».

Ho sentito e letto commenti. Se ci fosse stato ancora l'Avvocato la Juventus si sarebbe comportata con altro stile ed altro, diverso stile, sarebbe emerso per il ricorso, improvviso, alla cassa integrazione.

Da una parte c'è una "Juventus-tentenna" che per due mesi si è attorcigliata su se stessa attorno ad un problema probabilmente senza risolverlo. Dall'altra lo stile Agnelli si sarebbe manifestato con una trattativa a livello governativo con l'obiettivo di ottenere il massimo con il minimo esborso (è spesso accaduto nella storia della Fiat, dal fondatore per giungere fino all'Avvocato).

Ma i tempi sono cambiati. Se ne è reso conto anche il Pinerolese. Una volta, per qualunque problema, si ricorreva ad Agnelli. Oggi conta solo più una buona dose di fortuna ed un po' di olio di gomito. Che, detto per inciso, scarseggia un po' in quella terra che era cara all'Avvocato.

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Paola Molino