SI DIMETTE IL SINDACO DI SESTRIERE: SI TORNERA' ALLE URNE A FINE MARZO?

Dopo il ricorso della minoranza, la maggioranza lascia in blocco

SESTRIERE - Prima di dimettersi, nel primo pomeriggio di lunedì 18, il sindaco Valter Marin si è assicurato la ratifica della variazione di bilancio necessaria per ospitare il ritiro pre-mondiale della Nazionale di Marcello Lippi.

Poi, dopo sette mesi di amministrazione, con il bilancio di previsione già al sicuro dal 28 dicembre, Marin ha presentato al Consiglio comunale le sue dimissioni. E come lui tutta la maggioranza.

«L’abbiamo fatto nell’interesse del paese» spiega l’ormai ex-primo cittadino, già dichiarato decaduto dal Tribunale di Pinerolo il 21 ottobre e rimasto in carica nell’attesa dell’appello, fissato per il 5 febbraio.

«La sentenza sarebbe stata incerta – spiega –. Si poteva vincere o perdere. Ma il Comune non poteva rischiare il commissariamento per 14 o 15 mesi». Ora il suo gruppo («stessa squadra e stesso programma») conta di rimettersi alla volontà degli elettori già in concomitanza con le Regionali del 27 e 28 marzo.

Nel frattempo, aggiunge Marin, «ci aspettiamo il decreto di scioglimento del Presidente della Repubblica intorno a venerdì, poi il commissario prefettizio e la normale procedura elettorale».

A presentare ricorso contro la sua eleggibilità era stato l'ex-sindaco Andrea Colarelli, capogruppo di minoranza, con alcuni altri firmatari. La loro tesi: per la legge elettorale Marin avrebbe dovuto dimettersi da sindaco di Pragelato prima di depositare la candidatura al colle.

Ipotesi confermata dai giudici, nonostante il parere del pubblico ministero favorevole a Marin. Da qui la richiesta d’appello. A convincere il gruppo a dimettersi prima dell’udienza sarebbe stato un decreto governativo dello scorso dicembre, poi convertito in legge. La norma, spiega Marin, «anticipa al 24 gennaio la data ultima per le dimissioni del Consiglio comunale e accorcia a due giorni il tempo di esecutività per le dimissioni del sindaco, che diventano immediate con più del 50 per cento del Consiglio dimesso».

«Noi respingiamo le dimissioni – ribatte Colarelli – perché era già decaduto. Avrebbe dovuto ritirare l'appello e accettare la sentenza del Tribunale». Il capo della minoranza non si sbilancia sulla propria candidatura alle prossime elezioni.

A giugno il suo avversario aveva vinto con il 68 per cento delle preferenze. Colarelli riprenderebbe eventualmente anche l'esperienza in minoranza? «Sestriere ne avrebbe bisogno - risponde lui - stiamo valutando tre o quattro possibilità, ma ripresentarci non era lo scopo di tutto questo».

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Paola Molino