Pinerolo: alle 16, l'ultimo saluto a Nello Manduca

Pinerolo: alle 16, l'ultimo saluto a Nello Manduca
Mercoledì 9 Agosto 2017 - 11:35

Verranno celebrati oggi a Pinerolo, alle 16,nella chiesa Santi Michele e Lorenzo (Tabona) i funerali di Nello Manduca per diversi lustri influente politico e amminastratore della città, morto, all'età di 84 anni, nella notte tra il 6 e 7 agosto all'ospedale di Pomaretto dove era ricoverato.

Nello Manduca rappresentava un pezzo di storia della città, un'icona di quella Democrazia Cristiana più vicina alla gente comune che probabilmente gettò le fondamenta del suo consenso popolare ancor di più di alcune figure di vertice come Aurelio Bernardi. Nato nel 1932 a Monterosso Calabro raggiunse Pinerolo a metà degli anni 50. Qui iniziò subito la sua attività politica e sociale in ambito cattolico, naturalmente come iscritto alla Democrazia Cristiana. Fu tra quelli che nel periodo della grande immigrazione dal meridione si occuparono di assistere i nuovi arrivati. Raccontava spesso di quando si recava alla stazione per accogliergli spaesati e con la valigia di cartone in mano per fornire loro consigli e conforto.

La sua attività politica lo portò a ricoprire diversi incarichi (fu più volte assessore), fu segretario dela sezione della Dc di Pinerolo negli anni 80. Era il periodo delle grandi battaglie di corrente e delle tessere che avvenivano non solo a livello romano, ma anche nelle piccole sezioni locali. Nello Manduca militò nelle file dorotee. Epiche, nei racconti di allora, le nottate trascorse a discutere e litigare nella storica sezione di via Cravero, per poi ritrovarsi compatti e uniti il giorno dopo pur di tenere testa all'avversario di sempre, il Partito Comunista. Fino a quando, a inizio anni 90, il miracolo non avvenne più e il partito a Pinerolo si spaccò,, in una lotta feroce, tra la Dc di Francesco Camusso e quella di Mauro Chiabrando. Manduca, uomo mite anche se dall'ironia pungente, viveva le politica con grande partecipazione emotiva, soffrì molto quella fase che, aveva capito, anticipava quello che poi avvenne dopo con tangentopoli e la disgregazione del partito.

Nel 2000, sindaco Alberto Barbero, diede un primo addio alla politica e salutando tutti nell'ultimo consiglio comunale disse, malinconico e  profetico, ricordando la trentennale militanza democristiana: ««Come erano belli quei giorni, niente sarà più così». Quando la Dc si dissolse aderì all'Udc e nella lista con questo simbolo venne rieletto in consiglio per l'ultima volta nel 2006 (periodo a cui si riferisce la foto che lo ritrae durante una seduta di consiglio), ma l'entusiasmo di allora non c'era più.

Negli ultimi anni seguiva con grande affetto e orgoglio l'avventura politica intrapresa dal suo amatissimo nipote Pietro, consigliere comunale di Sinistra Solidale. Lo incontrammo un giorno per strada, Nello si raccomandò riferendosi al nipote: «Non me lo maltrattate,...». Poi con il suo solito sorriso ironico aggiunse: «...sì è di sinistra, ma cosa importa è un ragazzo in gamba ed è quel che più conta».

Si dilettò anche nella scrittura, appassionato di storia scrisse il romanzo "Ferro e velluto" ispirato alla Maschera di Ferro. Nell'ambito storico si impegnò nell'organizzazione di numerose manifestazioni.

Alle famiglia le condoglianze della redazione de "L'Eco del Chisone".

A.M.

 

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Paola Molino